GIRO. Acquarone e l'esterofilia. Ma la Lega che dirà?

| 01/12/2011 | 20:58
Domani nasce (o rinasce) la Lega il cui compito principale è e sarà quello di difendere il ciclismo italiano. Peccato che il massimo esponente del più importante organizzatore italiano, al secolo Michele Acquarone di Rcs Sport, abbia idee che vanno in direzione completamente opposta.
«Per i quattro inviti che abbiamo a disposizione - ha dichiarato Acquarone in una intervista concessa a BiciSport - mi piacerebbe aprire la porta a formazioni straniere per ampliare la sfera di interesse della nostra corsa, per esempio sarebbe bello avere una squadra cinese o una tedesca (chissà se vedremo il Team NetApp o la Champion System di Hong Kong al Giro, ndr. Ah, se verrannoi cinesi porteranno il giovane Jaan Kirsipuu, classe 1967?). So che il Giro è importante per l’Italia ma lo è anche per il resto del mondo. Quanto all’annuncio delle wild card, aspetto le decisioni dell'Uci sulle licenze Professional e conto di farlo entro fine anno o al più tardi nella prima metà di gennaio».
Nell’intervista Acquarone spiega che nemmeno la Androni Cipi ha il posto assicurato sebbene abbia vinto la Coppa Italia. «So che c’era un accordo tra Angelo Zomegnan e Renato Di Rocco ma non c’è nulla di scritto al riguardo».
Lo scorso anno le cinque wild card (deroga concessa dall'Uci) furono assegnate a Androni Giocattoli, Acqua e Sapone, Colnago-CSF, Farnese Vini e Geox-TMC.

Una filosofia, quella di Acquarone, chiaramente contraria a quella che può proporre per istituzione la Lega - della quale domani il “braccio operativo” di Acquarone, vale a dire Mauro Vegni, sarà peraltro eletto consigliere - e decisamente opposta a quella adottata dagli organizzatori del Tour de France, che quest’anno hanno inviato alla Grande Boucle quattro squadre francesi e poi hanno sottoscritto un accordo con la Federazione Francese che - se non garantisce quattro posti quattro - almeno assicura un occhio di riguardo alle squadre di casa. Al Giro, invece, la pensano in modo diverso.

Una scelta come un’altra, è chiaro. Una scelta come quella presa da quasi tutti i più forti corridori del mondo: che il Giro lo guarderanno, forse in televisione. Perché andranno al Tour.

E per finire, alcune domande sulle televisioni: è sicuro Acquarone che la Germania sia così ansiosa di trasmettere il Giro? Non sa forse che l'ARD - tv pubblica tedesca - fa fatica a trasmettere il Tour e meno sente parlare di ciclismo meglio sta? E siamo sicuri che i cinesi siano tutti in coda per vedere una corsa al via della quale non ci saranno corridori cinesi? Se il direttore del Giro ha delle risposte da dare non a noi ma al mondo del ciclismo, le dia. Ne abbiamo bisogno.
Se invece non le ha, speriamo che le trovi presto. Prima di scegliere le squadre alle quali concedere le wild card.
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COMMENTI
Difendiamo il tricolore
1 dicembre 2011 21:21 Bufalino
In questo momento è importantissimo difendere il nostro ciclismo. Il 2011 è stato un anno di crisi per i colori nostrani, specie nelle grandi classiche e nei grandi appuntamenti. Ulteriore autogol sarebbe quello di non invitare formazioni nostrane che meritano senza ombra di dubbio la possibilità di partecipare al Giro. Una su tutte le squadra di Luca Scinto.

Michele Bufalino

ahi ahi ahi
1 dicembre 2011 22:14 superpiter
Quando uno pensa al marketing e non capisce una mazza di ciclismo vengon fuori queste puttanate...
e anche qui tra un po' diremo: "Si stava meglio quando si stava peggio"

avete ragione, però
1 dicembre 2011 23:36 gianni
Giusto tenere conto delle squadre italiane, ma è necessario che il Giro sia il più possibile internazionalizato. Naturalmente le scelte delle squadre non italiane vanno fatte in modo da determinare un vero interesse, non tanto per dire che ci sono i cinesi o gli iraniani, che magari spariscono dopo tre giorni.
gianni cometti

Si ma le italiane si
2 dicembre 2011 09:49 gioconda
Si si tutto bello e internazziionale, ma secondo mè. le vere italiane, cioè, quelle affiliate in Italia e che pagano regolarmente i contributi e tutte le tasse, meritano rispetto e considerazione, mentre quelle che sono più furbine, finte italiane, anche se con atleti Italiani, bè devono sapere che rischiano, quindi responsabilitá loro, altrimenti vadano a correre in altri team.Basta con i furbetti, guardi anche questo il Sig. Monti

2 dicembre 2011 11:18 ev
Daccordissimo ...con "Gioconda" per team italiani intendesi team affiliati in Italia.

Si esatto
2 dicembre 2011 11:40 torchemada
Basta con i furbi, iniziamo , rispettiamo le regole, cominciamo a pagare tutti le tasse, rispettiamo chi lavora.

eccolo!!!!!!
2 dicembre 2011 13:33 apostolo
Eccoci di fronte ad un altro fenomeno.........
Gli accordi o le parole date non valgono piu'.......... mah a questi organizzatori gli fanno dei corsi particolari?

Brava Gioconda!
2 dicembre 2011 14:46 pickett
Non vogliono pagare le tasse?Vengano considerate come squadre straniere,e il Giro lo vedano(male,vista la qualità delle riprese Rai)alla tv.

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