Comincia bene l’ultima settimana di Ivan Basso:
il Giro gli regala un po’ di riposo. Oltre a tirare il fiato, può anche
occuparsi di faccende domestiche: ‘Oggi celebro Santiago’. Lo dice
pensando al compleanno del figlio, non al suo santo protettore. Ne
avrebbe bisogno: fin qui il suo Giro tende al Basso, nel senso di
asfalto. E’ caduto alla rotonda di Montecassino, è caduto nella crono
dei vini, picchiando sempre il fianco. Quando gli hanno chiesto cosa gli
facesse male, ha risposto: ‘Un po’ l’anca’. Non l’hanno preso sul
serio: pensavano che chiedesse di ascoltare un cantante dei suoi tempi.
Avviato
ai 37 anni, l’ottimo Ivan è inevitabilmente come la borsa di Milano:
tende al riBasso. Ma l’uomo ha ancora lo spirito del guerriero: aspetta
il suo terreno prima di dichiararsi battuto. Anche se ammette di esser
poco brillante: a sentir la moglie, è anche poco diamante e per nulla
perla. Dice anche che questo è un Giro da sfinimento: a forza di
ripeterlo a tutti, si è sfinito. Non lo fa per cercare alleati e
tantomeno aiuti: quando un ammiraglia, vedendolo in difficoltà su una
salita, gli ha proposto di attaccarsi, ha replicato stizzito ‘sarò anche
Basso, ma non cedo alle bassezze’.
E’ un Giro in salita per
Ivan: non solo in corsa. Due mattine fa, alla partenza, ha dovuto
dribblare Saturnino, storico musicista di Jovanotti: sapendo che suona
il basso ha commentato ‘In Giro ce ne sono già troppi che mi suonano’.
Oltre che sull’esperienza, può contare su un incrollabile fede, non solo
in se stesso: lo aiuta la presenza di un tecnico che sembra
un’esortazione, Amadio. Per questo non si sente pronto per la pensione:
‘Quando parlo di bassorilievo mi riferisco a una montagna adatta a me,
non che mi sento un reperto da museo’.
Alla settimana decisiva,
Basso si presenta con una convinzione: ‘E' un Giro più duro di quello
che ci si possa aspettare guardando la cartina’, dice con la saggezza di
chi sa che i Giri non si vincono sulla carta, ma sulla strada. Sa di
dover soffrire, anche come un cane: sarà per questo che si fa chiamare
Bassotto. E’ anche un modo per continuare a viaggiare rasoterra: il suo
motto resta Volare Basso. A spingerlo saranno in tanti, anche se si
ritroverà da solo a difendere la sua politica di corsa: in tempi di
spending review, sarà l’unico in Giro per l’Italia contrario al taglio
dell’Ivan.
La frase del giorno. «Posso vincere il Giro nelle
prossime tappe» (Nairo Quintana, quinto in classifica, ha capito che la
corsa va avanti e non indietro).
Ma questa rubrica deve continuare ancora per molto?
non sono d'accordo
27 maggio 2014 09:53excalibur
e dagli all'untore, tutti contro costa! a me la sua rubrica piace, qualche articolo di più, altri di meno, come è normale che sia, ma mi piace il suo modo di raccontare la genete di ciclismo. e, scusatemi se mi permetto, non l'ha ordinato il medico di legegrlo: se non piace, basta passare oltre. con buona pace di tutti
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