È un libro giallo, perché parla del Tour, perché parla anche di ciclismo, ma non solo: soprattutto della vita, dell’uomo, con le sue flebili certezze e un’infinità di domande senza una risposta.
È un libro sull’inganno, sul Grande inganno consumato sulle strade della Grande Boucle, ma soprattutto sull’inganno della vita che tutto travolge, senza alcuna pietà. È un libro per l’estate, che va letto, perché si fa leggere e anche molto bene «LANCE deve morire» di Giovanni Battistuzzi (Mulatero, 17 €), firma de “Il Foglio” dal 2014. Battistuzzi scrive di sport, di ciclismo soprattutto, anche sul suo sito. Ha pubblicato due libri: Girodiruota (Stampa Alternativa, 2014) e Alfabeto Fausto Coppi (Ediciclo Editore, 2019, con Gino Cervi). Suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie Con la penna e senza scarpe (Armando Editore, 2019), Per rabbia o per amore (66th and 2nd, 2020), Fausto Coppi, una vita in più (Bolis Edizioni, 2021).
La storia del libro è presto detta: gennaio 2013, Lance Armstrong confessa di essersi dopato e di aver vinto sette Tour de France ricorrendo all’inganno, grazie ad una serie di inganni. La notizia tocca profondamente Fausto e lo sconvolge. Fausto a cui, nell’estate del 2000, avevano diagnosticato un cancro, si era rifugiato nella storia del texano, anche lui vincitore sul male. Fausto affronta la malattia seguendo Armstrong alla tv di conseguenza sulle strade di Francia. La storia la ricordiamo tutti, noi che abbiamo vissuto quegli anni, quella storia fantastica e unica, sbriciolatasi sotto il peso della bugia. Lance vince e Fausto guarisce, Lance conquista la Francia e il mondo con la sua storia e Fausto a sua volta conquista Venus, la donna che gli ha ridato la felicità.
Poi. Poi c’è quell’attimo. Quel momento in cui qualcosa succede e tutto scompare. Si dissolve. Fausto si ritrova al buio: Venus scompare, Lance confessa la sua colpevolezza e la nostra, che gli abbiamo creduto, che l’abbiamo accompagnato in quella narrazione fatta di bugie. La vita è una menzogna. Per estirparla, Fausto impugna una pistola.
Le domande restano appese. Non esistono corse senza vincitori. Non esiste nulla se non c’è un vincitore. Basta un colpo di pistola a cancellare la menzogna?