In corsa alla Vuelta a San Juan c'è la nazionale italiana della pista con Mattia Pinazzi che è uno degli uomini più veloci e più attesi per il prossimo campionato Europeo di Grenchen. Pinazzi, che il prossimo 4 aprile compirà 22 anni, corre su strada con la Arvedi Cycling e ha una grande ambizione: quella di passare professionista.
«Qui in Argentina non è andata male fino ad ora, con la squadra abbiamo cercato di stare davanti fino all’ultimo per provare a centrare una volata o un piazzamento ma la mancanza di un treno si sta facendo sentire e soprattutto le altre squadre sono ovviamente più preparate».
Mattia, come ti sei avvicinato al ciclismo?
«Mi ha fatto appassionare mio nonno Paolo Bianchi, anche lui ha corso in bici fino ai dilettanti. Ho cominciato a 12 anni nella Polisportiva Torrile, prima giocavo a rugby e l’ho praticato fino agli esordienti».
Come mai hai scelto il ciclismo rispetto al rugby?
«La vittoria individuale mi piace di più».
Su cosa pensi di dover migliorare?
«Per vincere in queste corse bisogna crescere ancora tanto e c’è molto lavoro da fare per poter passare professionista».
Corri sia su strada che in pista: quanto è importante la multidisciplina?
«E’ fondamentale. Se poi riesci a cogliere risultati in entrambe le discipline è ancora più bello. Su strada non ho ancora avuto dei grandi risultati a differenza della pista, dove ho ottenuto un buon piazzamento al Mondiale (undicesimo nello scratch nel 2022 ndr). Quest’anno penso di aver più occasoni per dedicarmi alla strada quindi farò in modo di ottenere anche lì dei buoni risultati».
Tre parole con cui descriveresti il ciclismo?
«Faticoso, sacrifici e bellezza».
Chi è il corridore più forte di sempre?
«Wout Van Aert».
Il miglior velocista?
«Mark Cavendish».
La gara più bella del mondo qual è?
«La Parigi-Roubaix».
Che ragazzo è Mattia fuori dal ciclismo?
«Un tipo tranquillo, un ragazzo che parla poco».
Il tuo difetto?
«Sono testardo, ma se vedo che non riesco a giocarmi la vittoria mollo senza provarci fino in fondo».
Nel tempo libero cosa ti piace fare?
«La mia famiglia ha un’azienda agricola e quindi quando sono a casa mi piace stare un po’ nei campi».
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Vincere, un giorno, un oro alle Olimpiadi».