BIGHAM E QUEL RECORD DELL'ORA CHE HA TUTTE LE RAGIONI DI ESSERE APPLAUDITO

APPROFONDIMENTI | 22/08/2022 | 08:15
di Pier Augusto Stagi

«Noto come la stampa, vedi articolo di Francesco Ceniti sulla Gazzetta di oggi unito a molti altri, dia molta rilevanza alla prestazione fornita da Bigham: non discuto o disconosco la performance, ma il fatto che le massime istituzioni ciclistiche, Uci e Uec, non disconoscano la divulgazione all’opinione pubblica di un record che non ha alcun appiglio o validità regolamentare per poter essere riconosciuto o ed omologato»… Poi Angelo Francini, che generalmente nelle questioni regolamentari si aggira con assoluta sicurezza e disinvoltura prosegue la sua analisi su facebook, sostanzialmente sostenendo che questo non è un record.


Potrò anche sbagliarmi e se così fosse, chiedo scusa a tutti anticipatamente, ma questo record è più che valido. Non c’è nulla di scandaloso. Non vi piace che il povero Daniel Bigham abbia stabilito un record con i fiocchi? Fatevene una ragione: è il bello dello sport. È il bello della ricerca. È il bello della ricerca applicata al ciclismo. Ed è bello che un ragazzo di 30anni, con una laurea in ingegneria in tasca, si sia messo in gioco tutto tondo sull’anello di Grenchen. Ed è altrettanto bello che un team di livello come la Ineos Grenadiers se ne sia assicurato le gambe, ma soprattutto la testa. 


Dan Bigham quest’anno si è piazzato secondo al campionato britannico crono, si è ritirato al campionato in linea ed è stato dodicesimo nella crono dei Giochi del Commonwealth. È un pistard, non da oggi, ma da tempo, e sempre ai Giochi del Commonwealth è stato secondo con il quartetto dell’inseguimento. È un corridore regolarmente tesserato: quest’anno direttamente dalla Federazione britannica come “Private Member”. Un anno fa lo era per la Continental Ribble Weldtite, con la quale ha disputato il Tour of Estonia, il Tour of Slovenia e il Tour of Britain, e poi con la nazionale ha partecipato al mondiale crono dove si è classificato 16°, mentre alla “mixed relay” ha chiuso al quinto posto. E per finire, secondo al campionato britannico crono.

Il 1° ottobre 2021 aveva tentato il record dell’ora sempre a Grenchen percorrendo 54,723 e strappando a Wiggins il record britannico. Allora il record non fu omologato dall’UCI (ma solo dalla British Cycling) perché Bigham non era iscritto al sistema antidoping dell'UCI, quindi al passaporto biologico, cosa invece che per questo record ha regolarmente fatto.

Non è il primo non professionista che prova a battere il record: nel 2018 ci ha provato l’olandese Dion Beikeboom, nello stesso anno ci ha provato anche il danese Martin Toft Madsen, più volte campione nazionale a cronometro e partecipante ai mondiali ma mai passato professionista. Anche Thomas Dekker, quando ci provò nel febbraio del 2015, non era più professionista ma era rimasto da pochi mesi senza contratto e avrebbe poi annunciato il suo ritiro agonistico. Questo solo per il bene della verità e di un ragazzo che deve essere solo applaudito per quello che ha fatto. Per quanto riguarda l’Uci o la Uec, caro Angelo, forse è il caso di trovare altre magagne. In questo caso non hanno fatto altro che assecondare - regolamento alla mano - un ragazzo che ha fatto qualcosa di eccezionale. E come tale va celebrato.

 

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COMMENTI
Un grande
22 agosto 2022 11:25 frakie
Bravo due volte. Non capisco le polemiche. Una pista, una bici, un ciclista, un'ora. Tutti i controlli del mondo. Altro non serve. E' forte e basta. Sempre polemiche da chi la bici non la usa neanche per andare a prendere il pane. Ma basta. W il ciclismo. W Dan.

Caro Pier
22 agosto 2022 15:11 angelofrancini
leggo il tuo articolo e come quasi sempre mi accade negli ultimi tempi non capisco il ruolo che vuoi occupare. Mi auguro che un giorno tu voglia renderlo pubblico….
Ora vorrei rispondere ad alcuni punti contenuti nel tuo articolo, non avendo posto una questione di prestazione di Bigham ma avendo posto solamente una questione inerente la validità regolamentare.
Li richiamo uno per uno:
1. Scrivi: “Potrò anche sbagliarmi, ma questo record è più che valido. Non c’è nulla di scandaloso”….
Nel mio post ho scritto all’inizio “non disconosco la performance”, a significare che non obietto che Bigham abbia percorso quella distanza. Permettimi però se il Borgorosso di Oronzo Canà oggi battesse il Milan di Pioli non potrebbe fregiarsi del titolo di Campione d’Italia.
Questo può succedere, ed è successo, solo nella Federciclismo italiana dove abbiamo visto un presidente regionale, molto vicino a te, conquistare titoli italiani ufficiali nella totale inosservanza delle incompatibilità che gli impedivano di gareggiare.

2. Scrivi: “Ed è altrettanto bello che un team di livello come la Ineos Grenadiers se ne sia assicurato le gambe, ma soprattutto la testa.”
Proprio in questo passaggio nasce il problema che sollevo, come di seguito motivo.

3. Scrivevi, prima di modificare il testo del tuo articolo: “È un corridore regolarmente tesserato: quest’anno direttamente dalla Federazione britannica come “Private Member”.
Se è un private Member, come ben sappiamo, come fa ad essere tesserato come atleta per la Grenadiers (come tu hai scritto al precedente punto 2)?

4. Scrivi: “Il 1° ottobre 2021 aveva tentato il record dell’ora sempre a Grenchen percorrendo 54,723 e strappando a Wiggins il record britannico. Allora il record non fu omologato dall’UCI (ma solo dalla British Cycling) perché Bigham non era iscritto al sistema antidoping dell'UCI, quindi al passaporto biologico, cosa invece che per questo record ha regolarmente fatto.”
Bigham per fare questi passaggi deve essere obbligatoriamente tesserato per un team registrato all’UCI, come previsto dall’art. 1.1.010 punto 1.1 e dall’art. 1.1.036 del Regolamento UCI.
Se fosse tesserato come Master inoltre cadrebbe nel disposto dell’art. 1.1.036 del Regolamento UCI, che gli impedirebbe di essere tesserato dalla Grenadiers:
Master (MM: uomini master) La scelta dello status di Master non è consentita ad un corridore che faccia parte di una squadra registrata all’UCI.

5. Sempre il Regolamento UCI prevede:
art. 1.1.010 Titolari di licenza
“Un corridore di una squadra registrata all’UCI non può esercitare nessun’altra funzione”.
Bigham figura nello staff della INEOS come risulta nel sito ufficiale “w.ineosgrenadiers.com/staff” con la qualifica di “performance engineer” figura rientrante nel punto 1.5.08 del predetto art. 1.1.010.

6. Concludi: “Per quanto riguarda l’Uci o la Uec, caro Angelo, forse è il caso di trovare altre magagne. In questo caso non hanno fatto altro che assecondare - regolamento alla mano - un ragazzo che ha fatto qualcosa di eccezionale.”
Vedi l’UCI, ed in seconda battura l’UEC, debbono rispondere a queste problematiche regolamentari perché, come dimostrato -regolamento alla mano- non hanno affatto rispettato il regolamento: per rispetto di quella parità che debbono a tutti i tesserati e non solo a questo club anglosassone….
Concordo con te ribadendo di non metter in discussione che Bigham abbia percorso 55,548. Ma se li percorrevamo io o te, caro Pier, sarebbero stati omologati?

Infine vorrei solo riportare alla tua attenzione un fatto di tre anni fa, al quale non ho mai capito perché non prestasti la stessa attenzione mediatica.
Allora chiedendo l’applicazione del significato di una piccola “e” contenuta nel regolamento Wada ottenemmo davanti al TAS di Losanna, con l’aiuto degli avv. Norma Gimondi e Alessandro Magni, un importante risultato a favore di Giampaolo Caruso (al quale venne tolta un’assurda ammenda inflitta dall’UCI), cosa importante anche per tanti altri atleti. Venne riconosciuto il principio che una volta che all’atleta viene comunicata nel suo “where-about” la regolarità del suo controllo lo stesso non può più essere riesaminato per infliggere sanzioni. Ma di questo ad oggi nei regolamenti UCI non vi è traccia.

Un abbraccio
Angelo

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