TRAUMA CRANICO E CICLISMO. DOTTOR TREDICI: «FONDAMENTALE LA VALUTAZIONE DEL MEDICO DI SQUADRA»

APPROFONDIMENTI | 13/05/2021 | 14:00
di Giulia De Maio

Ieri nel concitato finale della tappa tante sono state le cadute e numerosi sono stati i traumi subiti dagli atleti coivolti. Alcuni hanno dovuto anche abbandonare la corsa rosa per colpa di commozioni cerebrali rimediate. Questa mattina abbiamo chiesto al Professor Giovanni Tredici di spiegarci come vengono trattati questi tipi di traumi e cosa è cambiato con l'introduzione del procollo UCI ad esso dedicato.


«Il protocollo pubblicato a dicembre 2020 ha messo in evidenza un problema, forse irrisolvibile per la natura del ciclismo, che c'è sempre stato e per fortuna è stato notevolmente ridotto dall'uso obbligatorio del casco. Dal 2003 si sono ridotti notevolmente i traumi fratturativi, prima mediamente registravamo due fratture craniche per Giro. Ora le cose vanno decisamente meglio. Detto questo il ciclista che cade è portato a rimontare in sella il più in fretta possibile e, un medico esperto, ha il 60-70% di probabilità di individuare correttamente un trauma cranico. Io sono un neurologo e 29 anni fa sono stato contattato dagli organizzatori della corsa rosa proprio per affrontare questa problematica» racconta il responsabile dello staff sanitario del Giro d'Italia.


A differenza di altri sport di squadra in cui un atleta che ha subito un colpo in testa può essere sostituito da un compagno e può essere monitorato con la dovuta calma dai medici, in una gara di ciclismo siamo abituati a vedere i corridori rimontare in sella al volo. 

«Il protocollo non autorizza a fermare un atleta, sollecita solo una maggiore attenzione al riguardo. Non prevede una formazione specifica per i medici al seguito delle gare né dei team, anche perchè una formazione ad hoc la si può maturare solo dopo anni di lavoro in ospedale. Non c'è un sistema di diagnosi oggettivo che permetta di stabilire se un trauma è importante o meno nei tempi imposti dal ciclismo. Se tengo fermo un atleta per 10' rischia di finire fuori tempo massimo. Senz'altro è importante l'osservazione nelle ore e nei giorni successivi. Personalmente in 30 anni non ho mai fermato un corridore sul posto per un trauma cranico. Nel momento dell'incidente è importante poter valutare immediatamente l'atleta, essere presenti rapidamente e valutare se presenta delle difficoltà, ma alcuni sintomi impiegano ore ad emergere» prosegue il professor Tredici.

I corridori, soprattutto in una corsa a tappe prestigiosa come il Giro, non ne vogliono sapere di fermarsi. In gara, quando finiscono a terra più corridori, i medici di gara non possono vigilare su tutti e per questo il ruolo dei medici sociali che conoscono più a fondo i propri corridori è fondamentale. «Tutte le diagnosi vengono discusse. Non ci sono parametri oggettivabili, fattibili per fermare un atleta, se ha picchiato la testa lo si tiene sott'occhio per rilevare atteggiamenti inaspettati, a volte anche gli esami diagnostici (la tac è considerata l'esame principe per questo tipo di diagnosi, ndr) possono non essere sufficienti. Ricordo il caso di un ragazzo che dimesso dall'ospedale è stato diagnosticato mesi dopo per un trauma cranico perchè la tac non aveva rivelato anomalie e lui non diceva di non stare bene. A volte i ragazzi non vogliono nemmeno essere visitati. Accettano di sottoporsi a una radiografia ma non vogliono che metti loro una mano addosso. I segni neurologici comportano un po' di tempo ad emergere».

Il professor Tredici ci racconta di un corridore che nel Giro del '96 era caduto e non voleva saperne di ritirarsi. Il giorno dopo il compagno di camera lo aveva avvertito che aveva le vertigini, solo dopo 45' di colloquio riuscì a convincerlo che era meglio ritirarsi anche per il suo futuro stagionale. Un altro riportò un trauma cranico commotivo in volata, non servì arrivare in ospedale per rendersi conto che iniziava ad agitarsi, così in urgenza fu sottoposto a un esame che confermò la presenza di una lesione cerebrale. Insomma, l'osservazione è l'unico metodo per salvaguardare la salute degli atleti.

Per fortuna i girini sono in buone mani. «Nonostante le cadute siano numerose, i traumi di questo tipo sono limitati. Forse anche perchè non tutti vengono intercettati, i dati statistici sono così scarsi che non possiamo affermarlo con certezza. Dare un giudizio in fretta non è semplice e anche essere troppo precoci non sempre paga. Prestare attenzione al problema come stanno facendo i medici che operano nel mondo del ciclismo permette di minimizzare i danni» conclude il dottor Tredici.

Copyright © TBW
COMMENTI
Giro 1996
17 maggio 2021 09:22 Ponciarello
Il corridore era Erwann Mentheour, come descritto nella sua biografia "Il Segreto svelato"

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
La seconda settimana del Giro d'Italia ha regalato emozioni forti al team Polti Kometa. Parlando puramente di risultati: gli Intergiro sono passati da 3 a 5 e i premi Combattività da 3 a 4, con Andrea Pietrobon che comanda ora...


Dopo il bruttissimo incidente di cui è stata vittima nella tappa inaugurale della Vuelta a Burgos, sabato pomeriggio Elisa Balsamo è tornata a casa e oggi sarà ricoverata presso la Casa di Cura La Madonnina di Milano. Domani la...


INEOS GRENADIERS. 8, 5. Se non ci fosse Pogacar, Geraint Thomas sarebbe lì a giocarsi il Giro. Secondo con 15” di vantaggio su Dani Martinez: per il momento entrambi giocano su un altro tavolo, diciamo anche un altro sport. Tra...


Nuovo Giro di pagelle dopo la seconda settimana. Massima sintesi, stavolta non servono tante spiegazioni. FRANCESCO PANCANI: Fantastico. VOTO 10.DAVIDE CASSANI: Straordinario. VOTO 10.STEFANO RIZZATO: Sbalorditivo. VOTO 10.GIADA BORGATO: Elsa Morante. VOTO 10.ALESSANDRO FABRETTI: Spaziale. VOTO 10.ALESSANDRO PETACCHI: Eccitantissimo. VOTO...


È una voce. Che circola insistente nelle vie di Livigno e rimbalza nelle frazioni, fa tappa negli alberghi delle squadre e rotola sulle strade sulle quali i tanti corridori - impegnati al Giro e non - si stanno allenando. È...


Scoperto il motivo per cui Pogacar ai piedi del Fuscagno ha regalato i suoi guantini ad un piccolo tifoso sloveno: si stava preparando a indossare i guantoni. La Uae informa che non c’è alcuna relazione fra ciò che Pogacar mangia...


Nairo Quintana a Livigno non ha vinto, ma la sua azione è stata molto importante, perché ha dimostrato di essere tornato ai suoi livelli migliori, quando in salita nessuno riusciva a tenere il suo passo. Il colombiano che corre per...


A Livigno Tadej Pogacar ha steso tutti i suoi avversari:li ha messi contro un muro e uno ad uno li ha fatti cadere a terra. Ora i distacchi nella classifica generale si sono fatti veramente importanti: lo sloveno ha un...


E’ il 2 giugno 1998, si corre la Asiago – Selva di Val Gardena, diciassettesima tappa del Giro d’Italia. Due scalatori italiani si giocano la vittoria di tappa in volata sulla salita di Selva: primo Giuseppe Guerini, bergamasco della Polti,...


È stata una festa, con tutto quello che una festa deve portare con sé: tanti partecipanti, un clima allegro e disteso, un po’ di sana competizione. Le tradizioni da portare avanti e anche un tocco magico. La magia, appunto, è stata...


TBRADIO

-

00:00
00:00
VIDEO





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi