LAPIDAZIONE E SPUTI

GATTI&MISFATTI | 24/08/2018 | 07:27
di Cristiano Gatti

Ancora non ho smaltito lo choc. Più ci penso, più mi convinco che l’ultimo Tour non entra nella storia per la vittoria di Thomas, ma per la sconfitta del Tour. Della Francia e dei francesi. Una sconfitta umiliante e vergognosa, perchè non si tratta di perdere in una partita o in una gara, ma nel campo molto più importante e sensibile della civiltà. Saranno anche freschi di titolo mondiale nel calcio, ma subito a ruota si portano a casa come nazione pure quello della barbarie e della grettezza. Alla fine delle tre settimane, sui Campi Elisi è sfilato so­prattutto un martire, tutti i giorni perseguitato a insulti, a sputi e a qualcos’altro: Chris Froome. E per piacere non cominciamo subito a dire che ben gli sta, che se l’è cercata, che è quanto si merita: per una volta non è questo il punto, non c’entra nulla l’interminabile diatriba sulle dosi di salbutamolo e di tutto il resto. Ciò di cui vo­glio parlare, in questo caso, è l’incredibile e imperdonabile scandalo della gogna di strada, lungo le celebrate strade di Francia.


Proprio così: non mi im­porta se Froome sia o no colpevole. Se è solo per questo, resto uno dei primi che a tempo debito, nell’autunno scorso, sostenevano la necessità di un’autosospensione dello stesso Froome. Me la sono presa con lui perché alla presentazione del Giro già sapeva del procedimento in corso e non aveva detto niente, me la sono presa anche con il Giro stesso che non aveva mosso un dito per provare a escluderlo. Dunque non sono iscrivibile, proprio per niente, alla cerchia degli amichetti di Froome. O degli innocentisti a prescindere. E’ un’insinuazione che rimando tranquillamente ai mittenti.


Ma una volta che poi le regole e i giudizi han­no stabilito per sentenza che Froome poteva correre il Tour, per me i discorsi sono finiti lì. Dal mio punto di vista, non è Froome, non è la Sky, non è il suo denaro a dover finire nel mirino, ma i regolamenti che hanno permesso tutto questo. Ovviamente, i regolamenti e chi li fa. Lui, il corridore, ha solo sfruttato una possibilità: pagandola a peso d’oro, ma lecita. Dunque, fine dei discorsi e partenza regolare al Tour.

È dopo che niente ha girato nel verso giusto. Il simpatico pubblico francese, incendiato da populisti molto poco prudenti come ad esempio il sommo Hinault, ha montato subito la ghigliottina e tutti i giorni ci ha dato dentro. Torno a dire: sono letteralmente incredulo di fronte allo spettacolo crudele - sì, crudele - che la gentaglia a bordo strada si è divertita ad allestire. Quando visitiamo il Co­los­seo trasecoliamo per il gusto sadico dei romani, pronti ad esaltarsi di fronte a gladiatori che si scannavano o a cristiani che diventavano stuzzichini per leoni, ma il trattamento riservato a Froome, rivisitato in chiave moderna, solo un po’ meno sanguinario, lo ricorda parecchio.

Alle belve dell’anonimato stradale (e da tastiera) chiedo soltanto di immaginare che razza di Tour abbia dovuto correre Froome. Comin­cian­do all’uscita dall’albergo fino al ritorno serale, una continua lapidazione personale, a base di porcherie d’ogni genere. Ogni metro, ogni curva, ogni strettoia il terrore di finire tra le mani di un esaltato forcaiolo, orgoglioso di farsi giustizia da solo, in nome della Francia e della legge. È pensabile correre tutto un Tour così? Lo chiedo anche ai corridori, che già sanno come queste tre settimane non siano esattamente un gioco dell’oca. Ecco, provino ad aggiungere sopra la loro fatica, il loro stress, i loro rischi fi­siologici an­che il carico della furia popolare, quotidiana e ca­pillare, in ogni momento e in ogni angolo di Francia. Pro­via­moci tutti a im­medesimarci. Poi mi dica qualcuno se Froome non è un martire.

Nonostante tutto questo, Froome è rimasto lì. Non è scappato. Non ha sollevato scandali. Altri, al suo posto, se ne sarebbero andati tra i clamori e il vittimismo più legittimi. Lui no. Ha subìto, ha incassato, ha tirato dritto. E tra parentesi neanche tanto male, visto il risultato finale. Questo per dire che razza di fuoriclasse sia, anche solo a livello emotivo. E comunque: fosse anche arrivato ottantesimo, sarei qui a dirgli bravo. Con tanta ammirazione e tanti complimenti. La sporca faccenda del salbutamolo è una cosa, questo suo Tour tra gli sputi è tutta un’altra cosa. Nella vera storia del ciclismo, accanto alla vittoria finale di Thomas, passa qualcosa di molto più profondo: là dove non s’è mai vista una parvenza di umanità, là dove ha giganteggiato la brutalità della piazza giustizialista, è emersa la figura dignitosa di Froome. Non doveva esserci, continuo a pensarlo: ma poi ci è stato nel modo migliore, nelle condizioni peggiori. Per me, il vero vincitore è lui. A perdere è la Francia. E che nessuno mi venga più a raccontare quant’è caloroso e pittoresco il pubblico del Tour. Continuo a preferire il pubblico italiano: contaminato or­mai da ubriaconi sbiottati ed esibizionisti megalomani, ma comunque ancora capace della virtù migliore, il rispetto. Per il campione preferito e per gli av­ver­sari, allo stesso modo. Sulle nostre strade, possiamo dirlo con orgoglio, non è mai passato un martire degli sputi. Se lo tengano i francesi, questo vile primato. E si tengano pure il Tour, se è così.

da tuttoBICI di agosto

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COMMENTI
E NO DOTTOR GATTI QUESTO NO
23 agosto 2018 22:28 soichan41
Come Lei ha impostato l'articolo non permette un contraddittorio perché comunque si è accusati…...Froome e la sua Squadra sono arroganti almeno quanto lo era Armstrong se non di più, l'altr'anno Froome ha vinto un Tour battendo la media record che era di Armstrong dopato fino agli occhi ed allora come la mette dottor Gatti? nessuno ha parlato lo squadrone blocca tutto e quando il suo campionissimo viene beccato ad un controllo mentre tutti hanno pagato lui no…..gli amanti del ciclismo si potranno un po' incavolare…...ci saranno le regole ma perché solo per Froome ed il suo squadrone e questo alla gente non piace…..e se lei pretende che la provocazione deve essere sopportato come nulla fosse ….tragga lei le conseguenze...io ho delle difficoltà e betato lei che sopporta e difende l'indifendibile e poi lo dica a Petacchi e ad Ulissi.

Anche io non sono d'accordo con Gatti
24 agosto 2018 08:18 The rider
Mi dispiace, ma anche io non sono d'accordo , vero, c'è stata una sentenza la quale va rispettata, anche io non sono d'accordo con quella sentenza, ma Dott. Gatti, sia lei, che Froome e la Sky, DOVETE rispettare il giudizio popolare, anche se a volte discende dal rispetto verso una persona, dopo tutto, Il caso Armsatrong ci ha insegnato molto.......
Pontimau.

Parlare per farsi aria
24 agosto 2018 08:33 Piccio
Questa volta faceva meglio a tenere il "becco" chiuso

Ma su Froome...
24 agosto 2018 10:20 AleC
... Potrebbe evitare di scrivere?
Dato che cambia idea ogni giorno.
Froome ha vinto la causa del salbutamolo dimostrando che di fatto con quei test ci possiamo accendere un caminetto, data la loro affidabilità nel determinare le quantità effettivamente assunte. La sua assoluzione potrebbe servire anche per futuri casi con questa sostanza.
Il pubblico francese è terribile, quello italiano non sempre è stato così rispettoso, ci ricordiamo i moseriani? E allora forse, in tutto questo, siete voi giornalisti a dover pesare meglio quel che scrivete. Oltre a gente come Hinault.

Fuori Luogo
24 agosto 2018 11:12 9colli
Si articolo e contenuto COMPLETAMENTE Fuori Luogo, le persone hanno diritto di pensarla come meglio credono.........Armstrong a regola NON gli ha insegnato niente!!!

Grande Froom
24 agosto 2018 12:57 TeamCaroli
Assolutamente giusti i commenti di Gatti, prima di tutto ci vuole rispetto per le fatiche dei ciclisti, "belli o brutti" che siano!!

Ale C.
24 agosto 2018 15:55 fedaia66
Lei e' stato distratto quando ha seguito il caso Froome.
Ritenuto dalla Wada un soggetto straordinario e quindi straordinariamente le sue prove non sono indice di colpevolezza.
Non si sa come la Wada sia giunta a questa conclusioni che descrivebbero Froome come un marziano caduto per caso sulla terra.
Ma da quello che ho capito, per gli altri, umani come lei, io e gli altri, le regole resteranno le medesime.
Niente caminetto, sperando in un inverno tiepido..

I casi sono due
24 agosto 2018 16:12 pickett
O gatti non hamai seguito il Giro d'Italia,o ha lamemoria cortissima e selettiva.Vogliamo ricordare il sacco d'orina tirato addosso a Saronni nell'81?O le minacce a Roche nell'87?O il "cuggino" di Simoni con Belli?O i tifosi di Di Luca con Garzelli?Gatti,prima di scrivere di ciclismo,legga qualche libro e impari la sporia di questo sport.Anche perché,l'ho già scritto e lo riscrivo,tra 9 mesi riparte il Giro,attenzione a criticare i francesi...

Fuori tema
24 agosto 2018 17:56 bertu
Alcuni interventi sembrano completamente fuori tema. Viene il dubbio che, nel migliore dei casi, chi li ha scritti non abbia letto l'articolo (condivisibile o meno che sia). Il punto non è Froome, o la Sky o la giustizia sportiva, ma il comportamento di alcuni spettatori lungo il percorso. Alcuni lo giustificano e lo approvano forse non rendendosi conto di avallare la pratica del linciaggio.
Alberto Vico

il tour
24 agosto 2018 18:39 SoCarlo
il tour c'e' da 100 anni ed e' andato avanti con e senza Froome.
Froome senza il tour non esisterebbe.
Appurato quindi che non se ne poteva andare per una pura questione egoistica, resta da capire perche' Froome ha voluto abusare del ciclismo e degli appassionati che tanto gli han dato. Avesse accettato di rispettare le stesse regole degli altri non sarebbe il bersaglio che ha voluto diventare.

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