BICI AL CHIODO. Un applauso per Noemi. GALLERY

PREMI | 26/01/2015 | 09:19
14^ BICI AL CHIODO – 39^ INCONTRO EX CORRIDORI. E’ questo il titolo che ha radunato, com’è oramai consolidata tradizione, a Campagnola Emilia, in provincia di Reggio Emilia, al limitare con quella di Mantova, oltre quattrocento commensali accomunati da un passato – più o meno recente, più o meno famoso – pedalato con una passione che continua e si ravviva anche con questo genere d’incontri. Un momento festoso che Paolo Tedeschi, presidente degli Ex Corridori, motore della manifestazione, ha celebrato in apertura informando pure dell’avvenuto gemellaggio con altre associazioni consimili quali l’Acep presieduta da Mario Lanzafame, gli ex Cremonesi di Franco Priori, il Gruppo di Vicenza di Rino Piccoli, Associazione Ciclisti Provincia di Treviso di Germano Bisigato e le Glorie del Triveneto. E' un gemellaggio foriero, negli intendimenti propositivi condivisi, di sinergie e iniziative comuni.

Era questa la prima “Bici al chiodo” senza un nume tutelare quale Alfredo Martini il cui ricordo è stato celebrato con commozione e partecipazione pari all’affetto che riscuote e merita, un esempio unico, sempre, sia per il suo operato, sia per le sue parole. Marco Pastonesi, giornalista della Gazzetta dello Sport, molto vicino ad Alfredo, ha letto passi e brani di “La vita è una ruota” che ha scritto e firmato, a quattro mani, all’unisono, con Alfredo Martini. Brevi brani indicativi della finezza d’animo e di pensiero del C.T. per antonomasia che non disdegnava, anzi era pure un maestro, di bonaria ironia improntata alla sua toscanità. Franco Vita e Marco Mordini, gli “angeli custodi” devoti, discreti e fedeli fino alla fine, sempre commossi, hanno silenziosamente manifestato il loro ringraziamento per il tributo unanime d’affetto dedicato al loro, al nostro, Alfredo Martini, patrimonio prezioso del ciclismo, e non solo.

La lunga teoria dei premi, accompagnata dalla colonna sonora del microfono di Bruno Ronchetti che ha pure ricordato tutti, proprio tutti, gli oltre quattrocento convenuti, una maratona vera e propria, è stata aperta da Noemi Cantele. E’ la prima volta che è premiata una rappresentante del gentil sesso e la varesina, con grazia, ha espresso il suo compiacimento anche a nome “dell’altra metà del cielo” che pedala per l’ambito riconoscimento. E’ stata ricordata la sua splendida carriera conclusa nel 2013 e con lei a festeggiare, sempre in quota rosa, Alessandra Cappellotto, prima azzurra a vestire la maglia iridata della prova mondiale su strada nel 1997 a San Sebastian, in Spagna, dalla corregionale veneta Mara Mosole, cognome con varie coniugazioni nel ciclismo e da Florinda Parenti, rappresentante del nucleo storico iniziatore del ciclismo al femminile.

Premi alla carriera per Arnaldo Pambianco, romagnolo di Bertinoro, che ha impreziosito la carriera con la vittoria al Giro d’Italia del 1961 e Gianni Motta, corridore di gran classe, un purosangue, non sempre assistito dalla buona sorte che ha firmato la corsa rosa del 1966. Altri riconoscimenti sono stati consegnati anche a due recenti ex quali Fortunato Baliani e Luca Mazzanti, entrambi accomunati da una lunghissima carriera fra i professionisti, due combattenti, con buoni risultati soprattutto per il lavoro di squadra. A premiare il primo cittadino di Campagnola, Alessandro Santachiara, la consigliere provinciale Paola Casali e l’on. Paolo Gandolfi di Reggio Emilia, corridore nelle categorie giovanili e che continua a praticare la bicicletta anche a Roma quando gli impegni parlamentari glielo consentono.

Tutti hanno lodato lo straordinario impegno degli organizzatori e dei volontari (oltre una cinquantina) che, con il coordinamento di Paolo Tedeschi e Mario Pirondi, rendono possibile ogni anno l’affollato, festoso, happening con specifiche, proprie, valenze sportive e gastronomiche, molto apprezzate e al generoso concorso di vari sponsor, sempre sensibili all’iniziativa e le forze dell’ordine di vari corpi e specialità.

In chiave ciclismo del domani sono stati premiati Samuele Barbato, esordiente, dell’U.C. Sozzigalli, l’allievo Luca Regalli del Carpaneto Cadeo e, per gli juniores, Giulio Branchini della Nair Nizzolo che, nel 2015, corre nei dilettanti del team Palazzago. Il premio per i giovani vuole ricordare la grande passione del compianto Fabio Saccani, vittima di un incidente stradale, in moto, nel periodo del Giro d’Italia 2009. A premiare i due figli di Fabio: Andrea e Stefano Saccani con il consigliere nazionale FCI Corrado Lodi.

Il ricavato della vendita del libro “La vita è una ruota” che, in breve tempo, ha esaurito le disponibilità, è in favore della specialità Ematologia Oncologica dell’ospedale di S. Maria Nuova di Reggio Emilia le cui finalità sono state illustrate dal dott. Luciano Masini accompagnato da Pietro Partesotti, ex corridore reggiano, classe 1941 che fattivamente collabora al progetto.

Come sempre, in queste occasioni dedicate alla valorizzazione della memoria del passato, c’è stato un serrato intreccio di “amarcord” ma anche d’appuntamenti futuri e interventi di veri amici del ciclismo quali Tarcisio e Gabriella Persegona, Gianna Gazzini, dello “zio” Bruno Reverberi che gioca in casa e tanti, proprio tanti, ex di ogni età e regione che accomuniamo in un unico applauso di ringraziamento per le emozioni che hanno regalato al ciclismo, agli appassionati. Sembrava di stare in un album di figurine animate, volti veri, di corridori e di storie.

Non solo passato per “Bici al chiodo” però ma un aggancio con il futuro con la votazione effettuata dai presenti che ha indicato in Gian Battista Baronchelli e Claudio Chiappucci i destinatari del premio “grandi ex” dell’edizione 2016.

g.f.

foto di Armanden



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