NIPPO FANTINI. Pelosi: proponiamo un ciclismo nuovo

PROFESSIONISTI | 22/11/2014 | 07:30
Si occupa di comunicazione da quando è sceso dalla bici, ma questa è la sua prima intervista. La prima nella quale deve rispondere alle domande e non le fa. La prima da team manager e non da addetto stampa. Francesco Pelosi, 31 anni di La Spezia, imprenditore da 8, fondatore dell’agenzia di comunicazione Sun Ti­mes (10 dipendenti, lavora per grandi marchi quali Lan­côme, Maybelline, Sal­vatore Ferragamo, Illy caffè, ndr) e una pas­sione innata per le due ruote, dal 2015 sarà ufficialmente alla guida della prima squadra italo-giapponese Profes­sio­nal, la Nippo Vi­ni Fantini De Ro­sa.

La formazione con sede in Abruzzo, che fa dell’internazionalità e della visibilità in tutto il mondo il proprio primo obiettivo, dopo un “anno zero” al di sopra delle aspettative, è pronta a un ulteriore salto di qualità con un progetto che ha un occhio di riguardo verso i giovani grazie anche all’impegno nelle categorie juniores e allievi, per far crescere giovani talenti del pedale e traghettarli verso il mondo del professionismo.

Perché hai accettato questa sfida?
«Il ciclismo è sempre stato nelle mie corde anche se in famiglia nessuno l’ha mai pra­ticato, ho corso dalla categoria G6, quando mia mam­ma mi ha iscritto al­la squadra del paese perché non facevo altro che andare in bici, al 4° anno da dilettante nel 2005, poi è diventato il mio settore di appartenenza ed esperienza visto che dopo la laurea in Giu­risprudenza ho iniziato la mia attività con un’agenzia di comunicazione che fin da subito si è legata al mondo delle due ruote. Dal 2009 a giugno del 2014 ho lavorato con Scinto e Citracca e so­prattutto nelle prime due stagioni alla ISD Neri ho imparato molto,sia nel gestire la comunicazione online e offline, il rapporto con gli atleti, lo staff, i giornalisti ma anche per quanto ri­guarda la parte di management delle sponsorizzazioni, oltre che tutta la par­te della documentazione richiesta dal­l’UCI e ai regolamenti. Insomma è sta­ta una buona palestra per questa nuo­va avventura, appena iniziata».

Quest’anno quello della Nippo Vini Fantini De Rosa è stato un esperimento ben riuscito.
«Assolutamente sì. Il merito va soprattutto alla persona che ha tessuto la tra­ma del progetto e coordinato gli spon­sor fin dall’inizio, vale a dire Rocco Menna che ha seguito gli input del nostro presidente ad honorem Valen­tino Sciotti, titolare della Farnese Vini, superando le attese iniziali. Rocco e tutto lo staff, compreso il sottoscritto dall’estate scorsa è riuscito a strutturare un team sopra lo standard Continen­tal a cui siamo abituati in Italia. La stagione 2014 è stata positiva, il team ha vinto oltre ogni rosea aspettativa grazie a un forte spirito di gruppo creato da Stefano Giuliani, direttore sportivo abilissimo a tirare fuori il meglio da ogni corridore».

Avete svolto un’importante campagna acquisti.
«Sì, ma l’impianto originario della squa­dra era ben costruito tanto che ab­biamo rinnovato ben 8 atleti del 2014. I confermati sono i giovani marchigiani Antonio Viola e Riccardo Stacchiotti cre­sciuti con i nostri team junior e un­der, conosciamo le loro qualità e abbiamo voluto premiare il loro impegno; poi Genki Yamamoto, Shiki Kuroeda e Manabu Ishibashi che rappresentano il fiore all’occhiello del ciclismo giovanile giapponese; quindi i tre vincenti del 2014 ossia Alessandro Malaguti, Pier­paolo De Negri e Eduard Grosu, passisti veloci che alla Fantini Nippo hanno ritrovato la loro dimensione. Mi aspetto molto dal rumeno Grosu che è un vero talento, cresciuto in modo trasversale con esperienze in pista e nel mon­do del fuoristrada: ci farà conoscere la sua cultura che si andrà a infilare tra quella tricolore e quella asiatica. Al fianco di questi ragazzi abbiamo voluto degli elementi più esperti come Da­nie­le Colli, con cui ho avuto modo di lavorare già in passato, che ha una storia umana unica e qualità indiscusse, con lui ho in mente un progetto di lunga durata, e Mattia Pozzo, a cui abbiamo dato fiducia soprattutto per la personalità. È un attaccante nato, un bel corridore che vorremmo aiutare a rimettersi in luce. A questi vanno aggiunti i giovanissimi provenienti dal mondo dilettantistico, classi ’90-92, Giacomo Ber­lato, Iuri Filosi, Nicolas Marini e An­tonio Nibali, fratello minore di Vin­cenzo che ha voglia di mettersi in mo­stra in prima persona. Mi aspetto tantissimo da Marini, che mi è stato presentato come un vero enfant prodige della velocità, e da Filosi che ha fatto vedere buone cose al campionato del mondo a Ponferrada, un ragazzo possente, un passista scalatore di pregio. Lui e Berlato, dotati di buone qualità quando la strada sale, saranno d’appoggio al nostro capitano Damiano Cunego».

Ecco, parliamo di Damiano.
«Il “Piccolo Principe” ci ha dato fiducia sposando il nostro progetto per due anni (le sponsorizzazioni del team so­no triennali, ndr). Damiano ha voglia di mettersi alla prova sia per quanto ri­guarda l’aspetto atletico, riprendendosi il posto che gli spetta tra i grandi corridori, sia in chiave di immagine e comunicazione, aspetto su cui si può lavorare molto a mio avviso, oltre che per mettere la sua esperienza al servizio della nidiata di giovani che avrà al suo fianco. Il percorso universitario che ha intrapreso di recente iscrivendosi alla Facoltà di Scienze Motorie dimostra quanto sia un uomo e un atleta sopra la media, a livello di comunicazione secondo me riguardo alla sua persona sono stati trascurati parecchi aspetti che vogliamo mettere in risalto».

Lo staff tecnico sarà diretto da Stefano Giuliani?
«Sì, sarà lui il primo direttore sportivo. Stefano ha un’esperienza nel mondo del ciclismo che pochi possono vantare, ha competenze a 360 gradi es­sendo stato corridore, poi ds, manager, biker e chi più ne ha più ne metta, sa fare gruppo come nessuno, è capace di parlare ai giovani e ha la grande qualità di saper ascoltare. Al suo fianco ci sarà Mario Manzoni, compagno di Giuliani da corridore, che arriva dalla Androni e nel curriculum ha esperienze all’estero. Conoscendosi bene, sono certo faranno un grande lavoro di squadra e sa­ranno dei buoni insegnanti per questi ragazzi».

Sei consapevole che Giuliani in giro per il mondo con Nibali junior farà lo show spacciandolo per il fratello maggiore vincitore del Tour de France?
«Conoscendolo potrebbe farlo (ride, ndr). Scherzi a parte, Stefano potrà da­re davvero tanto a questo progetto perché è una persona piena di energia e che rimane simpatico a tutti. Ha un approccio giovane, un taglio moderno, potremmo azzardare nel dire all’avanguardia. Se vuole riprendere slancio, il nostro sport, pur senza dimenticare la tradizione che è la sua essenza, si deve ag­giornare. Nel ciclismo e non solo non si può lavorare come si faceva 30 anni fa, bisogna sapersi mettere in gioco e aggiornarsi continuamente perché il mondo corre veloce. Stefano ha tutte queste qualità e, in più, sa arrivare al risultato. Motivandoli, riesce a portare i ragazzi a dare sempre più del 100%».

Quale sarà la filosofia di questo team?
«Nel nostro DNA c’è l’individuazione e la crescita di giovani a livello internazionale. L’obiettivo è dar loro le fondamenta per diventare grandi nel ciclismo. Un passo alla volta vorremmo portare nel nostro amato mondo un nuovo modo di far ciclismo, molto im­prontato sull’immagine, che non si li­miti alla sola attività di marketing per cui personalmente ho una vocazione particolare, ma anche alla qualità percepita del team. Il ciclismo è uno strumento promo-pubblicitario unico per gli sponsor, per questo vogliamo rivolgerci non solo agli “invasati” di ciclismo come noi, ma aprirci ai semplici appassionati facendo conoscere loro ciò che può offrire. Per esempio, vo­gliamo diffondere la cultura del passaporto biologico. Noi addetti ai lavori sappiamo bene cosa sia e come funzioni, i lettori di tuttoBICI che seguono at­tivamente il ciclismo anche, ma la gen­te comune che chiacchiera al bar no. Per questo i nostri atleti saranno i pri­mi al mondo a pubblicare gli screenshot dei loro valori raccolti nel sistema ADAMS senza alcuna rielabo­ra­zione, tutti gli utenti potranno leggerli fornendoci il loro nome, cognome e mail. I corridori racconteranno in mo­do veritiero ciò che vivono ogni giorno, spiegando eventuali variazioni dovute a ri­tiri in altura, carichi di lavoro e quant’altro. Questo, insieme a tanti altri progetti che stiamo studiando, ci permetterà di portare qualcosa di nuovo nel nostro splendido ambiente, in cui entriamo in punta di piedi».

Puoi svelarci come sarà la maglia?
«L’impianto resterà quello della divisa 2014 con il blu navy a farla da padrone. Il giallo verrà sostituito dall’arancione, che diventerà il nostro colore distintivo, simbolo di un nuovo trend del ciclismo e già emblema di Sun Times».

Che obiettivi vi siete prefissati?
«Vogliamo lavorare bene e dare il massimo, i risultati arriveranno di conseguenza. Cercheremo di farci trovare al via di corse strategiche in base alle ca­ratteristiche dei nostri corridori con grande riguardo al calendario asiatico ed europeo, mondi di interesse per i nostri sponsor principali. Il nostro so­gno è partecipare al Giro d’Italia, faremo del nostro meglio per guadagnarci la considerazione e la fiducia di RCS, in quanto la corsa rosa, insieme al Tour, è il fiore all’occhiello a livello mondiale delle grandi corse a tappe, non c’è evento più ambito per una squadra di matrice italiana. Se ci fosse data questa grande occasione il Giro di­venterebbe l’evento cardine del no­stro calendario».

Perché un’azienda giapponese come Nip­po investe nel ciclismo e in Italia?
«Nippo è un colosso delle costruzioni, una multinazionale leader in questo campo che nel 2015 si affaccia al mercato europeo con un obiettivo dichiarato: Tokyo 2020, vale a dire i Giochi della XXXII Olimpiade. Nippo opera nel ciclismo da oltre 10 anni, ha come missione aziendale la costruzione della cultura ciclistica in Giappone, ha scelto l’Italia per merito di Hiroshi Daimon, secondo team manager della no­stra formazione e ambasciatore del ci­clismo giapponese in Italia, che ha in­dividuato il nostro paese come la culla del ciclismo. Ex manager del Team NIP­­PO De Rosa, Hiroshi ha avuto il merito di valorizzare atleti del calibro del giovane colombiano Ar­redon­do (ora alla Trek, ndr). Sotto la sua guida il Team NIPPO De Rosa ha conquistato la prima posizione nella sezione a squadre dell’Asia Tour. Tra l’altro, non so se lo sapete, Cu­nego in Giappone è un’icona del ciclismo internazionale...».

Quali altri marchi hanno scelto di appoggiarvi?
«Ovviamente Farnese Vini con il suo brand Fantini. Questa azien­da abruzzese investe nel mondo delle due ruote dal 2009 perché crede in questo sport come strumento pubblicitario e ha a capo un grande ap­pas­sio­nato come Valentino Sciotti, il no­stro patron, che è mo­tivato oltre che da spirito imprenditoriale, da un grande amore per il ciclismo. Sciotti, Menna e tutto il loro gruppo di lavoro ci han­no dato un grande appoggio per costruire una squadra dall’immagine forte, un team innovativo che piacerà al grande pubblico. Last but not least c’è De Rosa, che per il nostro team è molto più di un partner tecnico: si tratta infatti di un terzo main sponsor, che ha creduto fin dal principio alla nostra idea innovativa».

Un sogno per questa nuova avventura?
«Distinguerci. Tra un anno vorrei che ci ritrovassimo a parlare di una squadra che si è distinta per approccio, im­magine, modo di correre, rapporto con i fans. Spero potremo raccontare il successo di questa startup del ciclismo. Noi, con umiltà e decisione, vorremmo creare un nuovo modo di fare ciclismo».

Giulia De Maio, da tuttoBICI di novembre
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COMMENTI
22 novembre 2014 12:11 pasquino
Se n'acòrzieremo a-o frizze, se saiàn pèsci ò anghille

Con tutto il rispetto per...
22 novembre 2014 17:53 Fra74
il Dott. PELOSI, io in questa intervista non ci trovo nulla di NUOVO così come paventato: la FANTINI è nel CICLISMO da diversi anni, il Sig. SCIOTTI pure, in quanto appassionato e sponsor, STEFANO GIULIANI lo conosciamo per il suo passato da ciclista professionista e da D.S. di varie formazioni, under e prof, vedi MOBILVETTA, i ciclisti presenti sono già conosciuti a parte i neo-professionisti che mi incuriosiscono molto ed assai in quanto elementi INTERESSANTI, di prospettiva, sopratutto i vari BERLATO e MARINI.
Il resto non denota NOVITA',a mio parere, ma staremo a vedere.
L'unica novità, forse, è rappresentata dal fatto che non vi sono soggetti che in passato hanno avuto a che fare con le note vicende, seppur, DAMIANO CUNEGO, se non erro, mi risulta tra gli indagati, ora imputati, presenti nella famosa inchiesta di Mantova.
Francesco Conti-Jesi (AN).

comunque....
23 novembre 2014 12:36 prcorsomisto
Tutti i citati facenti parte della dirigenza , sono state meteore nelle formazioni ove hanno militato in precedenza (o le formazioni sono state meteore).

Per fra
23 novembre 2014 15:12 cocco88
Mi sembra che Giuliani sia in mezzo a diverse vicende... Se non ricordo male anche nell ultima esperienza con l hadimec... ( ne squalificarono almeno 4 di corridori)

Cocco88
23 novembre 2014 16:10 Fra74
Buon pomeriggio, buona domenica, la mia disamina riguarda la tanto paventata NOVITA' dell'ex-addetto stampa dei Sig.ri Luca Scinto e Angelo Citracca, o meglio, delle loro formazioni: la NIPPO pure è da diversi anni nel mondo del CICLISMO, per quanto riguarda il Sig. STEFANO GIULIANI, sono sincero, non sono a conoscenza se lo stesso sia "invischiato" giuridicamente in qualche vicenda come Tu prospetti, pertanto, non posso aiutarti, semmai, mi informerò a riguardo, oppure è possibile che lo stesso Si. Francesco Pelosi, o il Sig. Valentino Sciotti o addirittura Stefano Giuliani possano rispondere alla tua affermazione.
Francesco Conti-Jesi (AN).

Onomonia
23 novembre 2014 20:30 cocco88
Il Giuliani che ricordavo aveva un altro nome ... Non so se sono parenti...chiedo scusa per la superficialità ☺️

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