BARTALI. Un mito che non passa mai di moda

INIZIATIVE | 24/04/2014 | 08:28
Una serata dedicata a Gino Bartali nella sala polifunzionale di Ospitaletto in via Martiri della Libertà stracolma di gente. L’incontro organizzato dalla civica amministrazione  ospitalettese per presentare il libro “Gino Bartali, mio papà”, ha ottenuto un grande riscontro di pubblico con la partecipazione di alcuni ex azzurri e campioni italiani, ovvero: Bruno Leali, Carlo Brognoli, Mary Cressari, Domenico Perani.
Dopo il fervorino di benvenuto del sindaco Gianbattista Sarnico e l’intervento dell’assessore Giuseppe Danesi entrambi apprezzati e sottolineati da scroscianti applausi, è toccato a Gino Corioni (presidente del Brescia Calcio Spa) regalare alcuni spaccati inediti della vita di Gino Bartali, avendolo frequentato per decine d’anni. Poi è arrivato il momento dell’autore Andrea Bartali, primogenito di Ginettaccio, il quale ha sottolineato alcuni aspetti della vita di papà non tanto come campione di ciclismo, bensì come marito, padre, patriota e persona normale. Ne è venuto fuori un quadro straordinario, dove è stata messa in risalto la rettitudine morale e il senso d’appartenenza all’Italia del grande campione di Ponte e Ema. Grande sulla bicicletta, grandissimo nella vita, nel corso della quale l’ha rischiato numerose volte per salvare centinaia di ebrei durante il secondo evento bellico mondiale. “Mio papà – ha sostenuto Andrea Bartali – ha percorso centinaia di chilometri per portare documenti e quant’altro da Firenze a Roma, Genova, Arezzo e dove c’era necessità, per poter salvare la vita a numerosissimi ebrei. Le amicizie con Papa Pio XII, il Card. Elia Dalla Costa e Alcide De Gasperi gli hanno permesso di svolgere il suo compito di patriota senza compromesso alcuno. Ha rischiato la vita, ma ogni volta che tornava a casa con mamma Adriana in pensiero per i pericoli che aveva corso, era sempre una festa, una sorta  di rendez vous straordinario, felice per l’esito delle sue scorribande in bicicletta come sosteneva sempre. Mamma mi ha più volte ricordato che essendo campione di ciclismo non poteva non mettersi a disposizione della collettività. Sapeva andare forte in bici e quindi era giusto si ponesse al servizio delle associazioni che cercavano di salvare il maggior numero di persone”. Beve un sorso d’acqua si passa le mani sulla fronte e ha aggiunto: “Credo che tutti gli sportivi del mondo abbiano riconosciuto a mio padre la lealtà con la quale affrontava gli avversari e la vita. Fosse stato più maldestri avrebbe vinto senz’altro almeno un altro Giro d’Italia e un Tour de France. E forse anche di più. E’ stato contento di quello che ha ottenuto e non ha mai rivendicato successi sfuggitigli per via di azioni che con lo sport non avevano nulla da spartire. Noi pure siamo felici e lo ricordiamo con grande amore: quello che lui ha avuto per il prossimo. Da grande uomo di fede non si è mai voltato indietro e questo credo sia un insegnamento straordinario. Non per nulla gli è stato assegnato un Albero nel Giardino dei Giusti a Firenze: un grande onore credo davvero meritatissimo. Potrei elencare altri mille momenti della vita di mio padre ma credo che il libro che ho dato alle stampe sia esaustivo, per cui mi fermo qui e ringrazio voi tutti per l’attenzione che avete avuto nei miei confronti”.
Il sindaco di Ospitaletto Gianbattista Sarnico ha ricordato all’inizio e alla fine l’importanza dell’incontro inserito nel programma ufficiale delle manifestazioni pubbliche dell’anniversario della Liberazione. Giuseppe Danesi ha stralciato dal libro alcune pagine importanti che gli astanti hanno ascoltato con grande attenzione. Insomma una serata riuscitissima che il pubblico ha gradito moltissimo nel nome di un grande uomo: Gino Bartali. Davvero un inizio delle celebrazioni del 25 aprile nato sotto una buona stella: quella del grande campione di Ponte a Ema che ha legato al suo nome tre edizioni del Giro, due del Tour, due del Giro di Svizzera, quattro Milano-Sanremo; quattro tricolori e tanti altri successi. In tutto 129 da professionista e 44 da allievo e dilettante, dal 1931 al 1954. E in Francia stanno già organizzando la festa per il centenario della sua nascita (18 luglio 1914), mentre in Italia, a Firenze, per il momento nessuno si è mosso. Tantomeno l’Fci.

Angiolino Massolini
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