Savoldelli spiega. «Armstrong un grande. Ferrari il migliore»

DOPING | 20/02/2014 | 17:47
Ha parlato amabilmente per oltre un ora e mezza. Paolo Savoldelli si è presentato quest’oggi all’audizione della Procura rispondendo così al capo della Procura antidoping del Coni Tammaro Maiello e al suo vice Mario Vigna sulle accuse di doping che lo tirano in ballo nel dossier Usada.

Il «Falco» del ciclismo italiano, due volte vincitore del Giro d’Italia (2002 e 2005), si è presentato a Roma accompagnato dall’avvocato Pierfilippo Capello e ha risposto senza alcuna reticenza alle domande dei suoi interlocutori. È chiaro che adesso sarà la Procura a valutare i passaggi chiave della deposizione di Salvoldelli, prima di prendere una posizione, che può portare all’archiviazione o al deferimento.

Al termine dell’incontro, l’avvocato Pierfilippo Capello, figlio di Fabio, ha spiegato: «Abbiamo fornito chiarimenti, non ci sono contestazioni». Domande su Tom Danielson, che ha chiamato in causa l’atleta bergamasco. «Io non ho nulla di cui temere - ha spigato a tuttobiciweb.it che ha raggiunto telefonicamente l'ex corridore bergamasco -. Sono tranquillissimo e sono certo dell'esito positivo di tutta questa faccenda. Non ho fatto altro che ripetere che io non ho mai fatto uso di sostanze dopanti e se non fossi stato tranquillo non sarei neanche andato a Roma», ha detto Savoldelli. Sull'interesse di Tom Danielson di chiamarlo in causa, Savoldelli ha risposto senza tentennamenti: «Ripeto quello che ho detto anche a loro: quello che dice Tom va preso con le pinze. Lui doveva alleggerire la sua posizione e allora ha chiamato in causa un po' tutti. Dice che lui avrebbe parlato con me? Lui non sa l'italiano e io non parlo l'inglese. Mi accusa dicendo che mi avrebbe chiesto dell'Epo e io gli avrei risposto che ne avevo solo per me: tutte fesserie».

A Savoldelli è stato chiesto un parere anche su Lance Armstrong, suo compagno di squadra alla Discovery Channel. «Intanto hi ribadito che io con il suo gruppo non ho mai avuto a che fare. Da altleta, invece, ho sempre pensato che fosse un fuoriclasse assoluto anche se caratterialmente non mi piaceva tantissimo».

E il suo rapporto con Michele Ferrari? «Anche in questa circostanza non ho fatto altro che ribadire la mia collaborazione con lui, ma già dal '99 smisi di frequentarlo. Ma questo è risapuro, non l'ho mai negato. Mi hanno detto se sapevo della sua inibizione e anche a questa domanda non ho potuto far altro che dire quello che sanno tutti: no, non lo sapevo io e non lo sapeva nessuno, perché il suo nome non era nemmeno iscritto nel casellario della Federciclismo». E ancora: «Per quanto mi riguarda Michele Ferrari è il migliore preparatore che c'è».

Infine Savodelli ha escluso categoricamente di essere coinvolto nell’inchiesta di Padova. Sulla sua possibile recidività sportiva,  Savoldelli ha negato precedenti, ma i procuratori gli hanno ricordato un'ammonizione avuta nel lontano 2000. Tra qualche giorno dovremmo saperne qualcosa di più.
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COMMENTI
Savoldelli....NON MERITI L'AMNISTIA!!!!!!!!!!!!!!
20 febbraio 2014 19:40 roger
con tutto quello che sai...e tutto quello che hai visto (non prendere in giro le persone su...), è CHIARO che tu abbia dovuto prendere certe cose come i tuoi ex compagni fidati di Armstrong. Che tu sostenga di non aver mai fatto uso di doping può essere credibile come gli asini che volano. E' una vergogna leggere certe affermazioni...Avevi la possibilità di dire la verità, di fare qualcosa di importante per il bene del ciclismo come ti aveva consigliato Fanini ed invece hai perseverato con questa farsa. Ora capiamo tutti perché Mamma Rai ha preso certe decisioni con te...

Aldo Sassi era un preparatore vero...
20 febbraio 2014 20:25 uybello79
io sono un fan sia di Donati che del povero Aldo Sassi su cui mi soffermo: pur senza averlo conosciuto l'ho letto e approfondito e mi è sembrata una gran persona e un vero scienziato dello sport inteso in senso stretto del termine...senza considerare che la sua esperienza professionale gli ha permesso di conoscere il doping (trasfusioni comprese) e di capire più a fondo le cose. Lui sì che era un preparatore o meglio un allenatore, Ferrari non può essere definito tale, le sue storie giudiziarie parlano da sé
ciao falco, sei simpatico ma ora mi fai un po'(tanta) pena...

20 febbraio 2014 20:27 enrico
No caro mio, mamma rai non ha preso per questo le sue decisioni, ma per un fattore politico, chiunque poi ti dica il contrario non ci credere.
Ma poi, la finiamo di voler ammazzare il ciclismo, sapevamo tutti come andavano le cose, ma erravamo tutti sulle salite ad incitare quelli che oggi sputtaniamo in ogni momento. w il calcio e molto migliore di noi su queste cose, noi viviamo ad anni luce da loro. federazione in primis.

Roger non adirarti!
20 febbraio 2014 20:50 Bartoli64
Caro Roger,
guarda, quando ho letto il titolo di questo articolo (ma non ci si dovrebbe mai fermare ai titoli) ho pensato: ma questo qui è davvero fuori di melone”!

Poi ho letto anche il testo e mi sono convinto che il Falco bergamasco è fatto così: a cazzuola e scalpello.

Ovvio che è andato alla P.N.A. “sicuro” perché tanto non incorrerà mai in nessuna sanzione (la sua attività professionale è completamente fuori dal ciclismo), così com’era praticamente certo che non avrebbe mai fatto nessuna “rivelazione”.

D’altronde (al contrario di quanto è spesso avvenuto all’estero) nessun corridore italiano lo ha ancora mai fatto, e non sarà certo Savoldelli ad iniziare.

Quanto alle ragioni del suo allontanamento dalla RAI credo che tu abbia colto nel segno… ma per quel che mi riguarda lo avevo capito (e scritto anche su questo blog) già da tempo.

Vedrai, la nuova squadra di commentatori e opinionisti allestita da Fabretti non ci farà assolutamente rimpiangere lui e il suo lagnoso “a voi” (e pensa che c’era pure chi si lamentava della erre moscia di Cassani).

Ti auguro una buona serata.

Bartoli64

Per Roger
20 febbraio 2014 21:17 LampoJet
E' vero, ha detto una c.....ok! Ma cosa c'entra mamma RAi? Savoldelli è stato, per me, un bellissimo corridore. E come commentatore, per quel poco che ha fatto, mi piaceva tantissimo! Purtroppo è inutile fare inchieste retrodatate. I tempi sono stati quelli che sono stati, cosa volete cancellarli? Io penso sarebbe stupido. Si aggiunga che, adesso, che sono tutti puliti, si vincono i giri a 40 di media, mica i miseri 37-38 dei tempi dell'Epo.....Magari se Savoldelli avesse corso veramente pulito, ne vinceva 4 ;)

P.s: Su Fanini lasciamo stare. Invito Fanini a non parlare per il bene del ciclismo, o meglio, per il bene del ciclismo certi personaggi non dovrebbero nemmeno esistere....

doping
20 febbraio 2014 22:25 siluro1946
Fra poco i professionisti dell'antidoping riesumeranno i corpi di Gerbi, Guerra,Girardengo,Binda, Bartali ecc. ecc. così continueranno ad avere un lavoro, si fa per dire, ben retribuito. I ciclisti dalla lingua lunga, ed il fiato corto,
anche prendendo prodotti a livello industriale, non avrebbero certo ottenuto risultati migliori delle loro misere carriere sportive.

Miseria e nobiltà - RTL
20 febbraio 2014 22:50 angelofrancini
Quando si parla di certi argomenti bisognerebbe fare mente locale e ragionare con le conoscenze e con le normative dell'epoca a cui i fatti fanno riferimento e si collocano.
I medici che uscivano dalla scuola ferrarese erano, a quell'epoca, considerati all'avanguardia a livello mondiale nella loro specifica attività: preparare gli atleti, in base alle regole allora esistenti.
I ciclisti hanno iniziato a frequentare quei centri non per primi: il prof. Donati, quando parla della sua esperienza sul doping, parte sempre da quel SUO PRIMO dossier del 1993. Non si ricorda mai di citare che quel dossier lo scrisse a due mani unitamente ad un noto tecnico del ciclismo italiano.

Nelle regole che allora erano vigenti non bisogna dimenticare che esisteva un documento, La Carta Europea dello Sport” firmata a Rodi nel 1992 da tutti i Ministri dello Sport degli Stati aderenti alla UE, che esprimeva il seguente concetto:
Articolo 7 - Migliorare la prestazione
I1 supporto potrà consistere in azioni diverse, quali: …….. sviluppo di cure e sostegno agli sportivi attraverso la medicina e la scienza dello sport…...
In questa logica si mossero in molti, non solo quel gruppo di medici della scuola ferrarese.
Quegli studi trovarono conferma nei risultati dei Giochi della XVII Olimpiade invernale di Lillehammer 1994.
Nel ciclismo risultati dello stesso livello iniziarono a vedersi qualche anno dopo!

Guardiamo agli effetti delle sanzioni sportive!
Al dr. Michele Ferrari è stata inflitta dalla FCI la sanzione della “INIBIZIONE A VITA”: cosi risulta dal Casellario Sanzionati sul sito federale nella voce Organi di Giustizia (da un paio di anni è stato inserito in tale elenco!).
Con tale sanzione viene di fatto impedito al soggetto sanzionato di fare parte della FCI per appunto il periodo della inibizione!
Il Regolamento di disciplina della FCI però prevede che l’inibizione (art. 14/1d) possa essere solo “temporanea” con una durata minima di 3 mesi e massima di 3 anni: quindi è nulla l’applicazione dell’inibizione a vita al dr. Ferrari, poiché non prevista.
Vi è inoltre da rilevare che lo stesso Regolamento di Giustizia preveda:
art. 15/6 Qualora i fatti siano commessi da un medico e da chiunque risulti iscritto all’albo degli esercenti una professione sanitaria, il Segretario Generale della FCI dovrà trasmettere copia degli atti relativi alla FMSI ed all’ordine professionale per il seguito di competenza.
La FCI questa trasmissione alla FMSI l’ha mai fatta? A sua volta la FMSI ha mai preso provvedimenti a carico del dr. Ferrari?
Ricordiamo che al dr. Ferrari, a parte l’inibizione a vita inflitta dalla FCI, fu assolto dallo Corte d’Appello di Bologna nel 2006 per l’accusa di doping e, solo nel luglio 2012 l’USADA lo inibì a vita dall’esercizio della professione medica sportiva!

Solo per ricordare a tutti quali erano e quale siano le regole, nel bene e nel male, che tutti avrebbero dovuto e devono rispettare.

ad angelofrancini
21 febbraio 2014 19:53 uybello79
...e quindi cosa vuoi dirci?

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