Chris Froome si gode la bellissima maglia rosa e si racconta: «È una vittoria speciale, non è ancora finita l'avventura di questo Giro, ma adesso posso sorridere: è una sensazione incredibile, perché due giorni fa ero lontano da questa posizione. È un sogno. È stata la sfida più grande della mia carriera, è fantastico essere riuscito a vincere tre giri consecutivi. Ieri? Il primo obiettivo era quello di vincere la tappa, ma non credevo di poter prendere la maglia rosa, è stata una grande sorpresa per me. In queste tre settimane ho avuto momenti difficili, quando cadi hai sempre problemi, non mi sentivo al 100%, ma i miei compagni non hanno mai perso la fiducia in me, mi hanno detto di stare tranquilo, che avrei trovato la forma per affrontare una terza settimana durissima e voglio ringraziarli uno ad uno. Ho avuto momenti difficili, ma il Giro dura tre settimane ed è questo il bello della corsa: Simon Yates ha fatto una corsa bellissima ma il fascino della corsa è che non dura due settimane e mezzo».
E sulla sua vicenda personale aggiunge: «Io so di non aver fatto nulla di male, abbiamo solo bisogno di un po' di tempo per dimostrarlo. Ma in questo Giro non ci ho pensato, ero concentrato sulla corsa».
Infine una battuta sull'Italia: «È stato un Giro speciale in un Paese speciale, voglio portare mio figlio in Italia per fargli conoscere un po' questa terra e questa gente»
Prima del controllo Antidoping, la maglia rosa si è concessa alle domande nella affollata conferenza stampa. A fondo pagina il file audio da ascoltare.
Come hai gestito lo stress in questo Giro?
«Penso che sia stata la battaglia della mia carriera. La partenza è stata tutto fuorché ideale. Ogni volta che mi alzavo sui pedali avevo problemi. Ho perso molto tempo, sono arrivato dietro in tappe in cui dovevo essere davanti. Unica cosa consistente è stato supporto dai miei compagni e dalla mia squadra tutta, mi hanno sempre tenuto il morale alto anche quando era molto basso. Questa corsa è brutale, devi tenere duro fino alla fine. Lo abbiamo visto ieri perché con una brutta giornata nella terza settimana non si perdono solo pochi secondi, ma diversi minuti. Tutti eravamo al limite. Mi dispiace molto per Yates anche se naturalmente sono molto contento per me. Simon ha fatto un incredibile corsa, sempre all’attacco. Oggi è toccato a Pinot, appena è andato in crisi l’Astana ha accelerato, è stata una corsa davvero molto complicata».
Hai vinto tre giri di fila
«Devo ancora tagliare la linea del traguardo domani, dunque non ho ancora ufficialmente vinto. Ma posso dire che è stato proprio questo a darmi una grande parte della motivazione per crederci tutti i giorni qui. Sono venuto al Giro proprio per vincere tutti e tre i grandi tour di fila. Non esiste altro traguardo più alto per un corridore da grandi giri, se non la tripletta».
Pagherai gli sforzi profusi qui al Giro al Tour?
«Lo scopriremo in Luglio, ma sono ottimista. In realtà ho costruito la mia performance gradualmente invece che arrivare qui già al 100 per cento come alcuni rivali. Per questo penso che potrò recuperare e diventare competitivo. In passato si è visto che è stato difficilissimo rimanere competitivi al Giro e Tour, molti corridori hanno fallito, ma io credo che sia possibile, anche se è un po’ presto parlarne».
Farai i Mondiali?
«Questo è decisamente troppo presto per parlarne».
Qual è stato il momento più difficile?
«Non ce n’è stato uno soltanto. Sono stati tantissimi i momenti come le cadute. Quella prima del prologo ha minato un po’ di sicurezza e mi ha dato molto dolore. Tante volte ho pensato che non sarebbe andato come mi sono aspettato, ma ho tentato di tenere questi pensieri sullo sfondo e recuperare».
Quanto dura è stata la battaglia con Tom Dumoulin?
«Tutta la corsa è stata brutale. Tom ha lottato fino alla fine anche oggi. Ho soltanto massimo rispetto per lui e per tutti i miei rivali, per aver reso la corsa così difficile. Oggi Tom ha attaccato diverse volte verso Cervinia, ma per fortuna sono riuscito a stargli dietro. Anche al Tour combatteremo? Io ho intenzione di andarci, però chiedete a lui se ci verrà».
Ai meno 3 km qualcuno ti ha sputato addosso.
«Per fortuna non ho proprio visto».
In Olanda il 50% dei tifosi sono al tuo fianco, il 50% no. Come pensi di migliorare la percezione che molte persone hanno di te?
«Me ne sto occupando, io ho la coscienza pulita e sono ottimista del fatto che molto presto le persone potranno vedere le cose dal mio punto di vista; tutte le informazioni e i dati saranno condivisi. Velon non ha condiviso le statistiche di ieri? Strano, ho avuto un rilevatore da oltre 300 grami per tutto il Giro e se non poi i dati non sono stati diffusi sarei un po’ arrabbiato. Io non ho nessun problema a far sapere pubblicamente le informazioni sulle mie prestazioni. Per quel che ricordo, è piuttosto interessante sapere che ho guadagnato molto di più in discesa rispetto che in salita sul gruppo Dumoulin. Ho profuso qualcosa come 350 watt in tre ore, ma con in mezzo tanta discesa».
Molti hanno paragonato la tua impresa di ieri con quella di altri corridori, che poi sono stati squalificati
«Posso capire i paralleli con altre imprese, ma sono sicuro delle mie performance e la mia impresa di ieri resterà».
Lo Zoncolan sarà scalato anche dalle donne durante il Giro femminile, quale consiglio ti senti di dare?
«Posso soltanto dire loro “buona fortuna”. Lo Zoncolan è una salita selvaggia, bisogna fare massima attenzione ai rapporti».
Da Cervinia, Diego Barbera
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