GIRO. VELOCISSIMI VERSO PRATO NEVOSO. SEGUI IL LIVE

GIRO D'ITALIA | 24/05/2018 | 07:25
Una frazione velocissima, con il gruppo che ha cambiato più volte fisionomia e consistenza - lasciando pochissimo spazio ad attaccanti come vaglia come De Marchi, Sanchez, Hermans e Poels - prima della quarta volata vincente di Elia Viviani: è così che il Giro d'Italia ha celebrato la sua ultima tappa di relativa pianura, prima del trittico finale con altrettanti arrivi in salita.

Si comincia con una frazione lunga - 196 chilometri - che promette di essere una volata verso l'arrivo in salita di Pratonevoso.

È una tappa che unisce la Lombardia, una piccola parte almeno, con il Piemonte, pianeggiante per più di tre quarti, con arrivo in salita a Prato Nevoso, località soprattutto di sport invernali in provincia di Cuneo.
E’ l’antico centro di Abbiategrasso, popolosa cittadina a una trentina di chilometri nella pianura a sud-ovest di Milano, nel parco lombardo della Valle del Ticino, ed è attraversato dal Naviglio Grande e dal Naviglio di Bereguardo, che ospita per la prima volta una partenza della corsa rosa. E’ il comune più vasto, per estensione, dopo Milano, della provincia. I Visconti e gli Sforza, all’epoca medievale, fecero costruire torri e mura a difesa di due importanti passaggi del Ticino e la arricchirono anche di monumenti. La Basilica di Santa Maria Nuova, edificata nel 1338, è considerata l’ultima opera del grande architetto e pittore rinascimentale Donato Bramante (1444-1514) e costituisce motivo di pregio con altri edifici religiosi come la barocca chiesa di San Bernardino dell’architetto milanese Francesco Maria Richini (1584-1658) e il convento dell’Annunciata della seconda metà del 1400.

Il castello Visconteo, completamente ristrutturato nel 1995, a pianta quadrangolare, con le torri angolari, circondato da fossato, è ora sede del comune e della biblioteca. Diversi sono comunque gli edifici di pregio, palazzi e ville, che Abbiategrasso presenta con un’economia caratterizzata da produttiva attività agricola e industrie di differenti tipologie. Nelle vicinanze, a Morimondo, sorge l’omonima Abbazia cistercense, in stile gotico, costruita fra il 1182 e il 1296, di valore storico e architettonico.

Abbiategrasso è il luogo di nascita (1977) del portiere Christian Abbiati, di Marco Villa (1969), professionista di lungo corso e plurimedagliato specialista della pista della quale è l’attuale Commissario Tecnico azzurro, lo stilista Franco Moschino (1950-1994), Enrico dell’Acqua, imprenditore tessile. Ancora per il ciclismo Guerrino Tosello (1944) d’origine padovana e Giovanni Mantovani (1955), nativo della vicina Gudo Visconti, ottimo sprinter e professionista per stagioni, per vari anni poi ha curato la carovana pubblicitaria e il settore arrivi del Giro. E’, orgogliosamente abbiatense, anche Mario “Mariett” Cislaghi, che per decenni è stato collaboratore assiduo - e sempre disponibile - di RCS Sport.

VIGEVANO. Subito dopo il via si passa nella provincia di Pavia, zona della Lomellina, per Vigevano, storica città con significativa presenza in vari periodi, ricca di pregevoli testimonianze architettoniche e monumentali. La bellissima piazza Ducale della fine del 1400 è considerata una delle più armoniose del Rinascimento con i palazzetti a portici con eleganti decorazioni pittoriche. Sullo sfondo si prospetta la scenografica facciata del Duomo con, a lato, la torre del Castello. Il Duomo, ricostruito nel ‘500, è stato arricchito nel 1680 con la concava facciata barocca e all’interno presenta dipinti di pregevole fattura. Il Castello fu rifatto alla fine del 1500 da Ludovico il Moro che usufruì dell’opera del Bramante. Caratteristica è il camminamento pensile di m. 163 che lo collega alla sottostante fortificazione esterna, la Rocca vecchia. Altre varie chiese sono sparse nella città.

Vigevano è stata un importante e florido centro di varie attività durante il periodo visconteo-sforzesco. Sul piano manifatturiero, a partire della seconda metà del 1800, la città conobbe una straordinaria crescita nel settore tessile (seta e cotone) e soprattutto con le calzature. Attività che poi si è ridotta fortemente alla fine degli anni 1960, comunque ricordata dal Museo Internazionale della Calzatura al Castello Sforzesco. Resiste l’industria per la produzione di macchinari per la lavorazione di calzature così come, nei dintorni, soprattutto nella frazione Sforzesca, l’attività agricola simboleggiata dalla grande e articolata cascina del “Colombarone” voluta da Ludovico il Moro nel 1486 con progetti idraulici di Leonardo da Vinci.
Nativi di Vigevano sono il conte Alberto Bonacossa (1883-Milano 1953), sportivo praticante varie discipline, dirigente dello sport internazionale e editore anche della Gazzetta dello Sport la cui testata è nel patrimonio di famiglia, la grande attrice Eleonora Duse (1858-Pittsburgh 1924), Carlo Erba (1811-1888), farmacista e fondatore dell’omonima industria farmaceutica. Poi Pino Massara, all’anagrafe Giuseppe Previde Massara (1931-Padova 2013), musicista, compositore e direttore d’orchestra, Lucio Mastronardi (1930-1979), scrittore anche scomodo, autore del romanzo Il maestro di Vigevano, dal quale fu tratto anche un film diretto da Elio Petri e interpretato da Alberto Sordi, Giovanni Peroni (1848-1922), imprenditore e ingegnere, ideatore dell’omonima birra e Sergio Santimaria (1957), professionista dal 1978 al 1987, vincitore di due tappe al Giro e del Gran Fondo Milano-Roma nel 1979 sulla distanza di km. 660.
Due tappe della corsa rosa sono qui terminate con le vittorie dello svizzero Robert Dill Bundi nel 1982 e die Mario Cipollini nel 1992.

MORTARA. Si passa per Mortara, considerato centro di riferimento della Lomellina, zona di risaie e prospera agricoltura, snodo di vie di comunicazione, nota sul piano gastronomico, oltre che per il riso e i formaggi come tutta la Lomellina, per il salame d’oca qui prodotto. La gotica chiesa di S. Lorenzo, restaurata ai primi del ‘900, con l’abbazia di S. Albino posta al di fuori dell’abitato costituiscono motivo d’interesse.
Mortara è la città d’origine di Luigi Mangiagalli (1849-Milano 1928), celebre ostetrico, sindaco di Milano, promotore e primo rettore dell’Università degli Studi del capoluogo lombardo e di Tommaso “Tom” De Prà (1938), buon professionista dal 1963 al 1971 con vittorie di rilievo.

Castello d’Agogna, Candia Lomellina, dove è nato il magistrato Piercamillo Davigo nel 1950, sono i centri che accompagnano la corsa in Piemonte, provincia d’Alessandria, dopo il passaggio sul fiume Sesia. Si procede per Casale Monferrato, città caratterizzata da importante, varia e contrastata storia, vicina alla riva destra del Po, nella pianura prima dei colli del Monferrato, nota zona vitivinicola della quale è stata sempre il centro di riferimento. Barbera, Grignolino tipico del Monferrato Casalese, Dolcetto, Freisa sono i tipi di vino più noti della zona collinare. Specialità tipica sono i biscotti “krumiri”. L’industria qui ha un notevole e diversificato tessuto con piccole e medie imprese e pure forti gruppi industriali nel settore dolciario, nella produzione di complesse macchine rotative da stampa, del cemento e della refrigerazione industriale. Fra i valori monumentali e architettonici si pongono in evidenza il Duomo, dedicato a S. Evasio, nel nucleo antico cittadino con molte case-torri medievali, ristrutturato radicalmente nel 1861, la chiesa barocca di S. Filippo Neri, il quattrocentesco chiostro di S. Croce, la Sinagoga, S. Domenico e vari altri edifici. Numerosi sono i palazzi nobiliari, in vari stili, l’imponente Torre Civica e il castello dei Paleologi.

Nel periodo dei Gonzaga fu realizzata una delle più grandi cittadelle fortificate oggetto di vari ingrandimenti in tempi successivi fino all’arrivo dei Savoia nel 1713.
Il Football Club Casale 1909, componente del famoso quadrilatero con Novara, Vercelli e Alessandria, ha vinto con le mitiche maglie “nero stellate” il campionato 1913/1914.
Fra i casalesi illustri si possono ricordare Giovanni Celoria (1842-Milano 1920), astronomo e politico. Giovanni Lanza (1810-Roma 1882), politico, presidente del Consiglio dei ministri dal 1869 al 1873, Ascanio Sobrero (1812-Torino 1888), chimico e medico, il primo a sintetizzare la nitroglicerina, Umberto Caligaris (1901-Torino 1949), terzino sinistro che con i colleghi calciatori juventini Virginio Rosetta, terzino destro e il portiere Gianpiero Combi, formava un trio considerato come la migliore linea difensiva di varie epoche. Casalesi per nascita sono anche il giornalista e scrittore Giampaolo Pansa (1935) e il ballerino classico Roberto Bolle (1975).
Il Giro d’Italia del 1962 ha visto qui la vittoria di tappa del bergamasco Armando Pellegrini.

MONFERRATO. Dopo le frazioni di Cantone Losa e Roncaglia, si lascia Casale Monferrato e si giunge a Vignale Monferrato, sede dell’enoteca regionale del Monferrato nel cinquecentesco Palazzo Callori e quindi entrare nella provincia di Asti per Montemagno, borgo costituito da dodici vicoli distinti dai numeri romani con caratteristici edifici e la bella piazza della chiesa parrocchiale. Segue poi Castagnole Monferrato, fra colline ricoperte di vigneti con la settecentesca chiesa dell’Annunziata, e passare quindi, dopo la frazione di Quarto Inferiore, nel territorio di Asti.

ASTI. La città è considerata la cerniera dei due Monferrati, quello alto a sud mentre quello basso si estende verso il Po. Caratterizza la città, il rosso del mattone e il giallo del tufo che si alternano nelle costruzioni del nucleo storico, caratterizzato anche da molte torri, del medioevo. Fra i monumenti religiosi sono in evidenza la collegiata romanico-gotica di San Secondo che conserva reliquie del patrono cittadino, la Cattedrale si S. Maria Assunta, la più importante cattedrale gotica del Piemonte, la pregevole medievale Rotonda di S. Pietro, la chiesa di Viatosto, insieme a diversi altri. Palazzo Catena, palazzo Zoya, il palazzo del Podestà, le varie torri, la centrale via Alfieri, costituiscono gli elementi di  significato fra le costruzioni civili. Il Palio è una seguitissima manifestazione con cavalli montati “a pelo”, senza sella.
L’enogastronomia è un’eccellenza tradizionale di Asti e del territorio con l’Asti Spumante DOCG, dolce o secco, che nella sua versione dolce è il più esportato e conosciuto, per la sua tipologia, nel mondo. Apprezzabili e apprezzati sono anche i rossi come Barbera, Dolcetto, Grignolino, Freisa e Ruché, così come le tradizionali proposte della succulenta cucina piemontese.

Fra gli astigiani più noti si trovano Vittorio Alfieri (1749-Firenze 1803), drammaturgo, poeta, autore teatrale, Bruno Gambarotta (1937), scrittore giornalista, autore radiotelevisivo, Giorgio Faletti (1950-Torino 2014), poliedrico attore, scrittore e show-man, Paolo Conte (1937), avvocato e raffinato musicista cantautore e, per il ciclismo, Giovanni Gerbi (1885-1955), il “Diavolo Rosso”, pioniere delle due ruote.

Asti ha visto la conclusione di tappe della corsa rosa nel 1935 con successo di Giuseppe Olmo, 1960 Rik Van Looy, 1963 Vito Taccone e nel 2003 Alessandro Petacchi.

Isola d’Asti, dove è nato nel 1927 il cardinale Angelo Sodano, Decano del collegio cardinalizio, è l’ultimo comune astigiano prima della provincia di Cuneo per Canove, frazione di Govone, per raggiungere Alba, il centro di maggiore rilievo della zona delle Langhe, seconda città della provincia Granda per popolazione e valenza economica. E’ alla confluenza del torrente Cherasca nel Tanaro e conosciuta dai buongustai per i titolati vini, il celebre tartufo bianco e altre specialità come le tagliatelle (tajarin in piemontese), la fonduta, il vitello tonnato, il brasato al Barolo e la carne all’Albese, carpaccio di carne cruda.     
                                
La città ha sviluppato pure, in tempi relativamente recenti, un differenziato tessuto industriale, a livello internazionale, dove primeggia il nome della Ferrero, dell’editrice San Paolo e di un’azienda, Mondo, leader nella produzione di gomme e materiali plastici per superfici calpestabili e nel tessile.

I viali cittadini ricalcano il tracciato poligonale delle antiche mura e contornano un centro di struttura medievale, caratterizzato da torri e case-torri con monumenti romano-gotici, anche di età barocca. Il Duomo, costruzione gotica della fine del XV^ secolo, S. Giovanni Battista e S. Domenico sono gli edifici di culto più conosciuti mentre quelli civili sono rappresentati dal Palazzo del Comune e vari altri, soprattutto lungo la via Vittorio Emanuele, la strada principale, in vari stili.
Nativi di Alba sono lo scrittore, traduttore e partigiano Beppe Fenoglio (1922-1963), cantore delle Langhe e il giornalista Aldo Cazzullo (1966) e il corridore Diego Rosa (1989).

Il Giro d’Italia è stato ad Alba con due arrivi: nel 1968 sprint vincente del belga Guido Reybroeck e nel 2004, sempre volata, con vittoria di Alessandro Petacchi.
Il tracciato prevede il passaggio da Grinzane Cavour, con il suo possente castello, che deve la sua denominazione al fatto che Camillo Benso di Cavour (1810-1861), politico protagonista del Risorgimento, è stato sindaco del comune di Grinzane per diciassette anni. Il paese è dominato dal maestoso castello medievale, dove ha sede l’Enoteca regionale. E’ inserito dal 2014 nell’elenco dei patrimoni dell’umanità UNESCO, all’interno del “paesaggio vitivinicolo del Piemonte”. E’ stata sede di partenza della cronometro con arrivo a Cuneo del Giro d’Italia 1990, vinta, a sorpresa, dal compianto bergamasco Luca Gelfi, con 6” su Bugno, in maglia rosa e lo specialista polacco Piasecki a 57”.

Sempre nella splendida cornice di colline e vigneti si transita da Barolo, località Muscatel per la precisione, con il comune che indica il pregiatissimo omonimo vino rosso e arrivo della 12^ tappa del Giro 2014, la cronometro Barbaresco-Barolo, vinta dal colombiano Rigoberto Uran con Ulissi a 1’17” ed Evans a 1’34” con il colombiano che riveste la maglia rosa che era di Evans. L’imponente struttura del castello caratterizza Barolo, dove hanno sede l’Enoteca Regionale del Barolo e la Biblioteca Storica ordinata da Silvio Pellico.

La pianura è finita e si presenta lo strappo di Novello, GPM di 4^ cat., m. 458, altro centro di specifica vocazione vitivinicola, così come Lequio Tanaro, poi la località di Madonna della Neve e giungere nella zona commerciale di Mondovicino Outlet, già nel territorio di Mondovì. La città è disposta su diversi livelli con il rione di Piazza in posizione più elevata, a circa m. 600. E’ la parte più antica, d’impianto medievale con costruzioni barocche. Più in basso, lungo la riva dell’Ellero, sorgono i rioni di Breo, Pian della Valle, Carassone, Borgato e Rinchiuso, sede delle attività manifatturiere sviluppate fra il 1700 e il 1800 mentre il rione Altipiano, il più recente, accoglie la zona residenziale e moderna. Una funicolare, ripristinata nel 2006, collega le due zone dove sorgono edifici di pregio di varie epoche, sia civili, sia religiosi.
Nativi di Mondovì sono Giovanni Bertone (1884-Torino 1972), imprenditore e fondatore dell’omonima, celebre, carrozzeria, Saverio Vertone (1927-Torino 2011) intellettuale, scrittore e politologo, Carlo Jean (1936) generale e scrittore.
Il Giro d’Italia ha posto arrivi di tappa qui già nel 1911 e nel 1911, in entrambe vittoria del milanese Carlo Galetti e nel 1958 successo di Alfredo Sabbadin.
E’ da ricordare che Eugenio Camillo Costamagna, giornalista, fra i fondatori e poi direttore della Gazzetta dello Sport, la cui firma era “Magno”, uno dei “padri” del ciclismo Gazzetta, appassionato pedalatore, nacque nei pressi, precisamente a San Michele Mondovì nel 1864, scomparso a Milano nel 1918 ma sepolto nel paese natale.

Le montagne si avvicinano sempre più con il passaggio da Villanova Mondovì e quindi Frabosa Sottana, il comune d’appartenenza di Prato Nevoso, località d’impronta turistica che ospita l’arrivo, a quota m. 1607, GPM di 1^ categoria. Dall’inizio dell’abitato di Frabosa Sottana la salita finale misura km. 13,900 con un dislivello di m. 959. E’ con sviluppo regolare, uniforme, con pendenza media del 6,8% e la massima, a circa un terzo, del 10%.

Prato Nevoso è una stazione sciistica – e pure estiva - nata negli anni 1960 su iniziativa di un gruppo d’imprenditori liguri che individuarono le caratteristiche di questo pianoro come adatte e comode da raggiungere per gli amanti dello sci di Liguria e del Piemonte. E’ situato in una zona molto soleggiata, un’estesa conca aperta fra i monti Malanotte e la Colla dei Prei, caratterizzata da copiose nevicate nell’arco della stagione invernale. L’iniziativa ha avuto subito successo con un tasso di costruzioni turistiche elevato, impetuoso, poi più disciplinato e armonizzato nel tempo, si è accompagnata a una continua modernizzazione degli impianti, sia di risalita, sia d’innevamento artificiale, per dilatare il più a lungo possibile la possibilità di sciare lungo piste adatte alla più vasta platea d’appassionati. E’ inserita nel comprensorio sciistico del Mondolè Ski, che riprende il nome proprio dalla montagna delle Alpi Liguri delle valli monregalesi con la cima a m. 2382, che domina le piste collegate di Artesina e Prato Nevoso, entrambe frazioni di Frabosa Sottana. E’ il più esteso comprensorio sciistico della provincia di Cuneo, il secondo del Piemonte, dopo la Via Lattea. La località offre molteplici servizi per i turisti di tutte le età, sia nella stagione invernale, sia in quella estiva per la pratica di varie attività.

Il Giro d’Italia, ma non solo, hanno già Prato Nevoso nella loro particolare geografia. Nel 1996 la corsa rosa ha visto qui il successo, già in maglia rosa del suo vittorioso Giro, del russo Pavel Tonkov e nel 2000 quello di Stefano Garzelli che, pure lui, ha vinto la classifica finale di quell’edizione.
Giusto dieci anni fa, era il 2008, il Tour de France concluse qui la 15^ tappa con l’australiano Simon Gerrans vincitore.

Giuseppe Figini
(dal tv Roadbook del Giro d'Italia)

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