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GIRO D'ITALIA | 23/05/2018 | 07:11
Il responso inequivocabile del cronometro nella Trento-Rovereto è tutto riassumibile nell’ordine d’arrivo che ha proposto gli specialisti dello sforzo solitario, almeno nelle prime posizioni, racchiusi in un fazzoletto, come si diceva una volta, con distacchi contenuti ma con soddisfazioni differenti. L’australiano Roahn Dennis si è preso la rivincita della prima frazione israeliana precedendo un redivivo Tony Martin di 14”, Tom Dumoulin di 22”, Jos Van Emden a 27” e Chris Froome a 35”. Una prestazione che ha consentito a Dennis di risalire anche al 6° posto della generale.

La giornata ha comunque sorriso anche alla maglia rosa Simon Yates che ha contenuto il distacco dalle grosse cilindrate in modo egregio, oltremodo aldilà delle attese dei più e che rafforza così il rosa della maglia che indossa. Ottima anche la prova del bravissimo Domenico Pozzovivo e che, per quanto riguarda i nostri porta colori, determina un buon risultato anche per Fabio Aru e il suo compagno dell’UAE Emirates, Diego Ulissi, entrambi poi però sanzionati dalla giuria con 20” per il sardo e 2’ per il toscano e per il coèquipier Valerio Conti per ”scia prolungata”.

La nuova classifica vede, alle spalle di Simon Yates, Dumoulin a 56”, Pozzovivo a 3’11”, Froome a 3’50” e Pinot sceso a 4’19” dopo una cronometro problematica, così come quella degli scalatori Lopez e Carapaz. Confermate tutte le maglie delie varie graduatorie.
Oggi tappa mossa nella parte iniziale e centrale con finale nervoso nella terra delle bollicine della Franciacorta che continua, per l’edizione del Giro 101, la rappresentazione delle specificità enologiche italiane celebrate con costanza dalla corsa rosa già da vari anni.

Per raggiungere la Franciacorta e Iseo, il traguardo di questa tappa, ondulata soprattutto nella prima parte, che prevede la partenza dal Trentino-Alto Adige, ancora in provincia di Trento, dalla nota località di Riva del Garda.

E’ il quinto centro per numero d’abitanti della provincia autonoma, all’estremità settentrionale del Garda, il più esteso lago italiano, con stretta conformazione fra i monti nella parte settentrionale che, a mano a mano, si allarga fra le colline moreniche della parte centrale e finale. Ha quale immissario, a Torbole, il fiume Sarca che quando lascia il lago, nei pressi di Peschiera, dopo km. 52 circa quale emissario, assume il nome di Mincio. Il lago di Garda e i suoi luoghi hanno sempre esercitato grande richiamo, come ora, del turismo internazionale con intellettuali di varie epoche che hanno magnificato le sue bellezze.

Riva del Garda si affaccia sul lago circondata, a picco, dal monte Rocchetta, dal monte Baldo e dal monte Brione. Per la sua posizione strategica la cittadina, soprattutto sulle alture, presenta fortificazioni di varie epoche. Il turismo internazionale trova qui da tempo un’accogliente meta per clima, ambiente e cultura.

Fra i motivi d’interesse architettonico si propongono la chiesa barocca dell’Inviolata, il palazzo Pretorio del 1375 che sotto la loggia conserva lapidi di varie epoche, la Rocca, fortezza quadrilatera con torri angolari e massiccio mastio, sul lago, con la torre Apponale davanti al porto. Ora ospita il MAG Museo Alto Garda e una pinacoteca. Nelle vicinanze di Riva del Garda mete d’interesse sono il Bastione, in posizione panoramica sul monte Rocchetta, le cascate del Varone lungo la strada per Tenno, le “marmitte dei Giganti”, spettacolari fenomeni d’erosione glaciale nel territorio della vicina Torbole e altre possibilità anche nella vicina Arco, così come il lago di Ledro e di Tenno.

Riva del Garda è ricca di belle costruzioni e ville di varie epoche, con larghi viali e, nel corso dell’anno, offre varie manifestazioni culturali, musicali, congressuali, sportive nelle sue molteplici strutture che confermano la sua preminente vocazione turistica con pure varie attività industriali nella parte periferica.
Il Giro d’Italia ha visto qui le vittorie di tappa di Giuseppe Olmo nel 1936, 1953 Fiorenzo Magni, 1954 lo svizzero Hugo Koblet, nella cronometro di km. 42 con partenza da Gardone Riviera, lascia Fausto Coppi a 29” e Fiorenzo Magni a 1'582. Successo di Adorni nella prima tappa del Giro 1964 mentre nel 1987 il successo è per il “filosofo” Marco Vitali, ora commentatore televisivo. Riva del Garda ha ospitato due partenze di tappa, nel 1966 con arrivo a Levico Terme vinta da Gianni Motta, in maglia rosa, nel suo anno di grazie e nel 1992 con il francese François Simon primo al traguardo di Palazzolo sull’Oglio. Anche il Giro del Trentino del G.S. Alto Garda di Arco, l’attuale Tour of the Alps, ha proposto a Riva del Garda numerose tappe.

MOLINA DI LEDRO. Dopo il via si presenta subito la salita con lunghe gallerie, per giungere a Molina di Ledro, nel territorio comunale di Ledro, località entrata nel 2010 nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO inclusa nel sito Antichi insediamenti sulle Alpi che è sede del Museo delle palafitte del lago di Ledro, all’estremità orientale del lago di Ledro. Si passa per l’altra frazione di Bezzecca che ricorda la battaglia che qui ebbe luogo il 21 luglio 1866 quando i garibaldini respinsero un massiccio attacco austriaco nel corso della terza guerra d’indipendenza. Si ricorda anche per l’icastico “Obbedisco”, unico termine usato dal condottiero nel laconico telegramma di risposta all’ingiunzione di Alfonso La Marmora, capo dell’esercito piemontese, di fermare l’avanzata delle camicie rosse. Qui si è conclusa la 16^ tappa del Giro d’Italia 1966, con partenza da Brescia, vinta da Franco Bitossi davanti a Zandegù con Anquetil terzo a 2”.

STORO. Si sale ancora, leggermente, in un verde paesaggio e lungo una strada larga, verso il lago d’Ampola, spartiacque fra il Sarca e il Chiese verso cui la strada scende fino a Storo, lungo la stradale del Caffaro, noto per l’omonima farina gialla ottenuta dalla macinazione del granoturco “Marano” qui coltivato.
Dopo la frazione di Ca’ Rossa, si lascia il Trentino-Alto Adige e si giunge in Lombardia, provincia di Brescia, a Ponte Caffaro, località del comune di Bagolino, all’inizio del lago d’Idro, formato dal fiume Chiese, dove anche qui, nel 1866, il 25 giugno, è stata ingaggiata una battaglia vittoriosa per le truppe garibaldine contro quelle austriache. Si è nella Valle Sabbia, in terreno con caratteristiche carsiche e centri sparsi sui rilievi boschivi con la tradizione della lavorazione metallurgica. Si supera passa per Anfo, con la sua Rocca veneziana fortificata eretta nel XV secolo, Vestone, sede della partenza dell’ultima tappa del Giro d’Italia 2007 con arrivo a Milano. Lo sprint vittorioso fu di Alessandro Petacchi ma poi il successo fu assegnato, a seguito squalifica dello spezzino all’argentino Maximiliano Richeze, secondo a passare la linea. E’ il centro di riferimento della Valle Sabbia e, dopo la sua frazione di Nozza, c’è il GPM di Lodrino, GPM 3^ cat., m. 736, nell’omonimo comune che immette nella Val Trompia passando per Brozzo, frazione del sovrastante comune di Marcheno e quindi Gardone Valtrompia. E’ industre centro attraversato dal torrente Mella ed è nota per l’industria delle armi da fuoco, sviluppata un po’ in tutta la Val Trompia. La più nota e longeva – l’anno di fondazione è il 1526 - è la Fabbrica d’Armi Pietro Beretta di Gardone Val Trompia, la cui produzione è esportata in tutto il mondo, comprende pistole, fucili e simili in dotazione a eserciti e corpi di polizia. Pure altre aziende del settore ferro e acciaio, sono di specifica importanza.
In tema ciclistico è qui nato nel 1974, Daniele Contrini, buon professionista dal 1996 al 2008 mentre è nota pure la Gardone Val Trompia-Prati di Caregno, cronometro in salita di quasi km. 10 per dilettanti giunta nel 2018 alla trentacinquesima edizione. Questo 2018 la corsa sarà valida per l’assegnazione della prima maglia tricolore degli scalatori, categoria under 23.

OME. Si passa da Polaveno, centro di varie attività su un ondulato altopiano e quindi Ome, comune che segna l’inizio della Franciacorta, fra boschi, uliveti e soprattutto vigneti, suddivisa in varie contrade e con costruzioni di valore specifico. E’ pure sede di una stazione termale. Sono di Ome i corridori Ernesto Bono (1936) e l’omonimo Matteo Bono (Iseo 1983), solidissimi professionisti con molti anni di carriera e quella si Matteo Bono è ancora in atto dal 2007, sempre con le squadre di Giuseppe Saronni.

La Franciacorta è, geograficamente, un arco di colline moreniche tra Brescia e il fiume Oglio, la sponda meridionale del lago d’Iseo e Montorfano, isolato rilievo della pianura che rivela la sua posizione anche nel nome. Fra le molte versioni all’origine della sua denominazione, fra le più accreditate è che il nome derivi da Corte Franca – ora il nome di un comune - nel senso che, all’inizio del 1600, “era contrada assente da tutti i datij e gabelle”. Nel territorio con vari paesi si trovano anche ville, palazzi, giardini estesi e curati, fatte costruire con dovizia di mezzi da appartenenti a famiglie nobiliari di Brescia in un’ambientazione che rappresenta, con le diverse specificità, quello che la Brianza è stata, in parallelo, per i casati patrizi milanesi. Diversi sono pure gli edifici religiosi di vario tipo.

E’ conosciuta ora come una delle zone con più alta prodizione, qualitativa e quantitativa, della produzione di spumante. La produzione di vino Franciacorta, favorita dalla natura del suolo, del clima e dell’esposizione al sole ha una lunga storia e non riguarda tutta l’area geografica.
Il nuovo corso della vitivinicoltura ha inizio negli anni 1960 con la nascita delle prime cantine per l’impulso, la passione e i mezzi d’imprenditori bresciani, di diversi settori diffusi nell’industre provincia, che hanno investito nel settore vitivinicolo.
Iniziative che hanno riscosso subito il più vasto gradimento del mercato internazionale, sempre crescente, conquistando la definizione DOCG che ne garantisce il peculiare, elevato, valore qualitativo. E’ prodotto con uve Chardonnay e/o Pinot nero ed è consentito anche l’uso del Pinot bianco fino a un massimo del 50% dell’uvaggio. E’ prodotto unicamente con il metodo della rifermentazione in bottiglia per un minimo di 18 mesi, secondo un disciplinare che preserva l’unicità del suo coloro giallo paglierino con riflessi verdolini o dorati, perlage fine e persistente, bouquet con sentori di crosta di pane e di lievito e da delicate note di agrume e frutta secca, sapido, fresco e armonico che si può gustare praticamente con tutti i piatti.
Di specifico valore sono pure i vini fermi, rossi e bianchi, della zona contraddistinti dalla dicitura “Curtefranca”.

RODENGO SAIANO. S’incontra Rodengo Saiano, popoloso centro fra colline, con un’antica e vasta abbazia con pregevoli motivi artistici, Paderno Franciacorta, il più piccolo comune della Franciacorta, con al centro  un castello oggetto di restauri, Passirano dove, in località Passirano Sera, si trova un castello  e belle ville signorili. Si passa Bornato, frazione di Cazzago San Martino con varie costruzioni d’interesse così come nel comune di Erbusco, ai piedi del Monte Orfano. Si entra quindi a Nigoline Bonomelli nell’ambito di Corte Franca, poco più a sud del lago d’Iseo, comune sparso con sede comunale in località Timoline con diversi motivi di vario interesse negli abitati.

Si passa una prima volta per Iseo, bella località che è pure il nome all’omonimo lago, proseguendo per Provaglio d’Iseo, con la Riserva naturale Torbiere del Sebino, altro nome del lago d’Iseo, area naturale dove si estraeva la torba, materiale usato come combustibile, ora con fitti canneti e paludi con diverse specie ittiche e speciali flora e fauna. Notevole è il monastero di San Pietro in Lamosa.

Nativi di Provaglio d’Iseo sono Pierfranco Vianelli (1946), campione olimpico della strada a Città del Messico nel 1968 e professionista dal 1969 al 1973, Piermattia Gavazzi, il velocissimo Pierino (1950), professionista di valore dal 1973 al 1992, vincitore della Sanremo 1980 su Giuseppe Saronni e Jan Raas, di cinque tappe al Giro d’Italia e tre volte campione italiano, padre di Nicola (1978) e Mattia (1983), entrambi approdati al professionismo.

Poi segue Monticelli Brusati, in un bel paesaggio d’intatte colline e quindi Camignone, frazione di Passirano, con piacevoli ville dotate di cantine e la Polisportiva Camignone che, da moltissimi anni, è un polo attivo e organizzato del ciclismo giovanile bresciano, e non solo. Si ripassa da Passirano e Corte Franca e si giunge quindi al traguardo di Iseo.

E’ un importante centro turistico sulla sponda sud-orientale dell’omonimo lago, che alterna il territorio con montagne e colline, oltre al lago e conserva la struttura topografica di borgo fortificato da mura, oggi scomparse. Il lago riceve le acque del fiume Oglio a nord, fra Lovere e Pisogne, ed esce a sud, presso Sarnico. Vicino alla costa orientale del lago sorge Monte Isola, la più vasta fra le isole lacustri italiane che si eleva fino a m. 415.

Anche per la sua posizione Iseo, nella storia, ha sempre rappresentato e costituito motivo di specifico interesse per il territorio. La Pieve di Sant’Andrea, fondata nel V^ secolo, con il campanile in pietra calcarea, nella centrale piazza del Sagrato, conserva al suo interno una tela di Francesco Hayek (1791-1882). Nella piazza sorgono anche una statua di San Vigilio, patrono di Iseo, e la chiesa di San Giovanni Battista. Ai margini del centro storico, su uno sperone roccioso, ha sede il castello Oldofredi, recentemente restaurato e sede della biblioteca comunale. Oltre al turismo Iseo propone, nel settore economico, servizi e commerci vari con attività manifatturiere e altre nel campo vitivinicolo.

Il Giro d’Italia ha già proposto qui nel 1973 la 6^ tappa Milano-Iseo con Gianni Motta vincitore davanti a Felice Gimondi e nel 1974 la 17^, Como-Iseo, con il successo per lo spagnolo della Kas Santiago Lazcano davanti al connazionale e suo capitano Josè Manuel Fuente.

Giuseppe Figini
(dal TV Roadbook del Giro d'Italia)

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