PISTA | 12/10/2017 | 07:28
Vigorelli, qual è la verità? Si può pedalare al velodromo oppure la pista è davvero rovinata come hanno affermato l'ultracycler Anna Mei e il suo staff, speigando ieri a La Gazzetta dello Sport di aver rinunciato al previsto tentativo di record del mondo sulle 12 ore a causa delle precarie condizioni dell'impianto?
La domanda l'abbiamo girata a Cordiano Dagnoni, presidente del Comitato Regionale Lombardo ma soprattutto uomo che è "nato" al Vigorelli e che la pista milanese ha sempre avuto nel cuore.
«Dopo aver letto l'articolo sulla Gazzetta, City Life si è preoccupata di chiedere a me e a mio fratello Cristian una verifica urgente dell’idoneità del Vigorelli. Ne ha approfittato subito Davide Viganò, campione europeo dietro derny 2012, per fare un allenamento di messa a punto in vista dell’ultima tappa della Red Hook Criterium, in programma a Milano sabato prossimo, e del campionato europeo stayer, che si disputerà a Berlino il 20 e 21 ottobre».
Com'è andata?
«Davide ha pedalato a lungo a ruota della moto e alla fine della sessione di allenamento Viganò ha ringraziato l’architetto Roberto Russo di City Life per aver riportato la “pista magica” alle condizioni di scorrevolezza di quando veniva scelta dai migliori specialisti per i tentativi dei record dell’ora. Dobbiamo anche sottolineare come il parere di chi ha ritenuto il Vigorelli non idoneo sia da ritenersi assolutamente non attendibile, in quanto non fondato su competenze e background ciclistici, in particolare per quanto riguarda i velodromi...».
a cura della redazione di tuttobiciweb
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P.S. Nei giorni scorsi mi sono occupato della delicata situazione del velodromo di Montichiari. In quella circostanza ho aperto un piccolissimo inciso sul Vigorelli e sulla sua inedeguatezza: 400 metri, impianto all'aperto e di consegenza difficoltà ad organizzare eventi di carattere internazionale, perché non a norma (le piste sono tutte di 250 metri). I veri protagonisti di questa scellerata scelta, per una volta, non sono i politici, ma coloro i quali hanno trattato con essi: i fenomenali promotori e amici del Vigorelli. Quella parte della società civile che voleva riportare la Sei Giorni dove nella sostanza non c'è mai stata. Il Comune si è fidato di pareri privi di competenza. City Life, che è stato chiamato a dirigere questo monumento dello sport italiano, è per così dire chiaramente parte lesa. p.a.s.
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