Così recita la lettera di chiarimento rilasciata all'inizio di questa settimana, a un anno dalla decisione di rilasciare le 211 sacche di sangue, collegate al dottor Eufemiano Fuentes, il medico al centro dello scandalo, alle autorità anti-doping per verificare se appartenessero ad atleti con casi aperti, e - si precisa ora - non per avviare procedimenti disciplinari.
Fuentes aveva richiesto la restituzione delle sacche e che le identità dei proprietari rimanesse segreta, affermando che la pubblicazione dei nomi avrebbe violato il diritto alla privacy e alla riservatezza derivanti dal rapporto medico-paziente. Il tribunale ha negato la richiesta di restituzione degli articoli, ma poiché non ci sono casi aperti, le identità degli atleti non possono essere rese pubbliche.
La sentenza rappresenta un duro colpo per le autorità anti-doping, attive dal 2006 su questo caso. In seguito al processo del 2013, Fuentes ricevette una pena sospensiva di un anno e il divieto di lavorare come medico per quattro anni, la corte all'epoca decise che le sacche di sangue fossero distrutte. L'agenzia mondiale anti-doping (WADA) e l'UCI fecero appello alla decisione e alla fine vinsero il caso nel 2016. I proprietari delle sacche furono così identificati. Tuttavia, la durata del processo e il successivo appello hanno comportato che lo statuto di prescrizione - otto anni - fosse ormai decorso. Questo ha lasciato le autorità in uno stato di confusione legale in quanto non potevano più perseguire nessuno degli atleti.
Nella riunione della commissione esecutiva all'inizio di questo mese, la WADA è stata invitata a continuare a perseguire le possibilità legali. Questa ultima decisione è in grado di mettere fine a questo complesso caso. A oggi risulta improbabile che le identità dei proprietari delle sacche di sangue saranno mai conosciute. Secondo quando ricostruisce il sito
cyclingnews.com non è chiaro che cosa accadrà ora alle sacche di sangue. Secondo il quotidiano spagnolo AS, non c'è processo di appello contro questa decisione. Tuttavia, la WADA e le autorità Anti-Doping spagnole potrebbe lanciare un'inchiesta simile a quella svolta da Richard McLaren, commissionata da WADA per esaminare lo scandalo di doping che ha circondato la Russia l'anno scorso.
a cura della redazione di tuttobiciweb.it