GIRO. SFIDA SUL GRAPPA. SEGUI IL LIVE

PROFESSIONISTI | 27/05/2017 | 07:09
L’arrivo a Piancavallo riconsegna la maglia rosa a Nairo Quintana e premia con la vittoria di tappa, in solitaria, il costante impegno di Mikel Landa sul suo terreno preferito, la salita, con commossa dedica a Michele Scarponi. Il portoghese Rui Costa dell’UAE Emirates, per la terza volta in questo Giro, chiude al posto d’onore, seguito da Rolland. Fra gli uomini di classifica, fra molti “vorrei ma non posso”, buone prestazioni per Pinot, Pozzovivo e Zakarin che guadagnano qualcosa nel finale. Tom Domoulin si è fatto sorprendere colpevolmente disattento, specialmente per un leader della classifica, in certe fasi delicate della corsa e verso Piancavallo ha sofferto, pur difendendosi a detti stretti, ma ha dovuto svestire la maglia rosa. Generosissima è stata la prestazione di Franco Pellizotti a sostegno di Nibali.
La sintesi della classifica generale vede racchiusi in un pugno, come si dice, i protagonisti più attesi. Ci sono sei corridori – dal leader Quintana al 6^ della generale, Pozzovivo -  nel breve spazio di solo 1’30” (scoprite qui le quote di Unibet per la tappa di oggi e la classifica finale).

La penultima tappa, l’ultima in linea del Giro d’Italia 2017, parte da Pordenone, nel Friuli-Venezia Giulia, passando subito nel Veneto dove termina, ad Asiago, in provincia di Vicenza, proponendo la distanza di km. 190 con una parte finale impegnativa.

Ritrovo e partenza sono, come detto, a Pordenone, città capoluogo nella parte meridionale della regione, con vari monumenti e una diversificata attività. Altre volte il Giro è partito da qui mentre, nel 1975 e nel 1978 è stata anche sede d’arrivo con le vittorie, rispettivamente di Enrico Paolini e del colombiano Martin “Cochise” Rodriguez. Nella città c’è l’attivo velodromo intitolato a Ottavio Bottecchia. Le località di Fontanafredda e Sacile, bella cittadina con vari corsi d’acqua e pregevoli palazzi, dove è nato Giovanni Micheletto (1889-1954) che con la squadra dell’Atala ha vinto il Giro d’Italia 1912, l’unico disputato con la formula a squadre con la classifica a punti, con i milanesi Carlo Galetti ed Eberardo Pavesi. L’altro suo compagno, Luigi Ganna, il varesino vincitore della prima edizione del Giro, si ritirò prima del via. E’ da ricordare pure Denis Zanette, vincitore di due tappe alla corsa rosa, forte passista di stazza imponente, che è nato qui nel 1970 ed è scomparso repentinamente nel 2003.

Segue il passaggio nel Veneto, provincia di Treviso, in zone da sempre, e tuttora, di grande passione ciclistica, costante e sempre fecondo vivaio del ciclismo in tutte le declinazioni.
Si passano Godega di Sant’Urbano, San Fior, la bella Conegliano, ricca di monumenti e terra di nobili vini, affrontando lo strappo del Muro di Cà del Poggio, a m. 242, GPM di 4^ cat., San Pietro di Feletto, Refrontolo e Pieve di Soligo, con il suo Duomo, e la sua specifica e continua passione ciclistica con varie espressioni di rilievo nel territorio. In un panorama di vigne, fra dolci colline, si toccano le località di Follina, Combai, Guia, nomi che rimandano a percorsi ciclistici e quindi Valdobbiadene, con il Prosecco e la nobiltà del Cartizze, già alla ribalta del Giro d’Italia 2015 nella cronometro del Prosecco di quasi 60 km. vinta da Vasil Kiryienka e, nel 2009, volata vincente di Petacchi nella 3^ tappa, con partenza da Grado, dove indossò anche la maglia rosa.

Si passa il Piave a Ponte di Piave e si entra nella provincia di Belluno risalendo il fiume per Fener, Quero e giungere così a Feltre, bella città che è un passaggio frequente della corsa rosa. Qui si terminò nel 2000 la Bibione-Feltre, vinta dal lombardo Enrico Cassani.
La sagoma imponente del Monte Grappa presenta l’inizio della salita dopo Seren del Grappa, dalla frazione di Caupo, snodandosi in un ambiente naturale che, a mano a mano che si sale, allarga sempre la visione. E’ GPM di 1^ cat., a quota m. 1620, con un dislivello di m. 1287 superati in km. 24,200 con pendenza media del 5,3% e la massima dell’11%. Per la sua posizione strategica è stato il triste e conteso luogo d’aspre battaglie nel primo conflitto mondiale. Il Sacrario Militare ricorda i quasi 23.000 caduti fra i combattenti italiani e austro-ungarici.

Nel 1968, a cinquant’anni dalla conclusione della prima guerra, il Giro d’Italia, ha proposto la Trento-Monte Grappa di km. 131 con il successo del parmense Emilio Casalini, vincitore che anticipò il compagno di squadra nella Faema, un certo Eddy Merckx, secondo a 46”, che ascoltò, non molto convinto invero, certe considerazioni di Vittorio Adorni, parmense e amico di Casalini, sull’opportunità d’inseguire un compagno di squadra. Emilio Casalini fu subito ribattezzato “il fante del Grappa”.

Nel 2014, la 19^ frazione, Bassano del Grappa-Cima Grappa, una cronometro di 26,800 km., vide il successo di Nairo Quintana, già in maglia rosa, con 17” su Aru e 1’26” sul connazionale Uran.

C’è il passaggio nella provincia di Vicenza per affrontare l’impegnativa e lunga discesa di 26 km., con numerosi tornanti e sede stradale abbastanza ristretta passando per Campo Solagna, Romano d’Ezzelino con il ricordo di Cipriano Chemello (1945-2017), professionista per cinque anni e poi valente tecnico, scomparso nello scorso febbraio. Qualche chilometro in piano fra Campese e Valstagna dove comincia la salita con una ventina di tornanti che conduce a Foza, uno dei comuni dell’altopiano denominato dei Sette Comuni, con l’ardito viadotto, uno dei più alti d’Europa, che collega Foza con Enego. E’ GPM di 1^ cat., lunga 11 km. con ascesa regolare, per superare un dislivello di m. 937 distinti da una pendenza media del 6,7% con la massima dell’11%. E’ l’ultimo GPM del Giro100. Mancano 15 km. al traguardo, assai mossi, con gli ultimi 5 km., dopo Gallio, in costante discesa che s’attenua prima dell’abitato. L’arrivo, dopo rotatorie e spartitraffico, presenta l’ultima curva a  450 metri dalla linea con arrivo in leggera salita.

Asiago è il capoluogo dell’omonimo altopiano e presenta un tessuto abitativo moderno in seguito alla ricostruzione avvenuta dopo le distruzioni del primo conflitto mondiale. Il Sacrario militare racchiude le spoglie di oltre 50.000 caduti italiani e austriaci. Oggi è frequentato centro di villeggiatura, estiva e invernale, zona di produzione dell’omonimo formaggio.
Tappe del Giro sono terminate qui già nel 1930 con la vittoria del bergamasco Antonio Pesenti, nel 1972 successo di Roger De Vlaeminck, seguito da quelli dl russo Dmitrij Konyshev nel 1993 e del romagnolo Fabiano Fontanelli nel 1998.
Dopo Asiago, per definire o cambiare qualche posizione nella classifica generale, non resta che la cronometro individuale da Monza a Milano, piatta, di quasi 30 km., che chiude il GiroCento.
E’ una situazione incerta, aperta, ricca d’incognite dove vari protagonisti sono autorizzati a sperare.

Giuseppe Figini

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