PROFESSIONISTI | 25/10/2016 | 17:04 Luci e ombre, flash e bianconero dei filmati d'antan. Il ciclismo esalta
l'epica, il Giro la santifica. Oggi ancor di più, alla boa
dell'edizione numero 100. Che sa tanto di traguardo, oltre che di punto
di ripartenza. E allora si perdona la retorica, si apprezza l'iperbole,
quando sul maxi schermo del Palazzo del ghiaccio si sciolgono le
emozioni. Quelle dei video che raccontano della corsa conclusa lo scorso
maggio, ma anche delle altre 98 edizioni. Per dire del Giro sfilano
numeri e visioni evocative, storia e proiezioni social, meteorine,
telecamere e collezioni di maglie rosa. In una galleria trasmutata in
centro Milano, dalla sua culla del Ghisallo.
Nel gruppo che non
pedala, ma guarda al Giro che sarà, in via Piranesi ci sono Renato Di
Rocco e Brian Cookson, Giovanni Malagò ed Ernesto Colnago. E poi Ennio
Doris, Gianni e Marco Torriani, Bedi Moratti e la contessa Bonacossa.
Staccato, in coda alla platea come solo chi sa andare in fuga davvero,
il cittì Davide Cassani. In piedi, dietro a tutti, per rifuggire il
protagonismo. Ma seduti ci sono anche tanti vincitori della Corsa Rosa,
da Baldini ad Adorni e Motta, passando da Pambianco, Gimondi, Moser,
Saronni e Indurain. Icone che non chiedono nome, nell'anagrafe della
storia dei pedali. Garzelli, Simoni, Cunego, Basso, Cipollini e Nibali
portano ai giorni nostri, quelli che rammentano i voli di Pantani e le
scalate del mito. Una passerella, insomma, che è più rampa di lancio.
Anche nella sua versione da tappeto rosso. Anzi rosa.
«Sarà un
Giro entusiasmante che racconterà la storia del Giro e la storia
dell'Italia»: con le parole del direttore de La Gazzetta dello Sport
Andrea Monti si è aperta la presentazione ufficiale del Giro d'Italia
numero 100. «Il Giro deve tornare a non essere da meno del Tour de
France, a recuperare posizioni e a far tornare il Giro una competizione
straordinaria: è un patrimonio di tutti gli italiani. Io lo seguo sin da
quando ero bambino, l'ho amato e ricordo che quando Gimondi vinse il
suoultimo giro, feci un tale salto di gioia che ruppi il lampadario
della casa dei nonni e mi ferii ad un amano, ma ero felice e solo quello
contava» spiega con orgoglio Urbano Cairo, numero uno di RCS. Vincenzo
Nibali consegna poi a Cairo la maglia rosa ed il presidente sottolinea:
«Vi prometto che questa maglia resterà rosa e non la farò diventare
granata», allundendo al fatto di essere anche il presidente del Torino. LA PRESENTAZIONE. Dopo
le tre tappe sarde, che erano state presentate un mese fa, ecco il
primo giorno di riposo e poi la Sicilia con l'Etna - «Salita dura, con
strada larga, sulla quale si fa tanta velocità» spiega Vincenzo Nibali -
e poi la tappa che si conclude a Messina. La risalita della Penisola
comincia con la Reggio Calabria - Terme Luigiane (traguardo ideale per
attaccanti) per proseguire con la frazione di Alberobello e quindi con
il traguardo di Peschici, anch e questo con un finale complicato. E
quindi ecco il secondo arrivo in salita, quello del Blockhaus. Nella
prima settimana, quindi, avremo già due arrivi in salita importanti,
quindi i corridori saranno costretti ad arrivare già al top al via.
SECONDA SETTIMANA.
Dopo il secondo giorno di riposo - che sarà l'occasione di rendere omaggio e soprattutto portare solidarietà alle zone terremotate, come ha annunciato il direttore del Giro Mauro Vegni - la corsa riprenderà con un altro
giorno chiave, vale a dire la cronometro che porterà da Foligno a
Montefeltro. Ci saranno poi le difficoltà tradizionali dell'Appennino
tosco-romagnolo, le prevedibili volate di Reggio Emilia (in occasione dei 220 anni del nostro Tricolore) e di Tortona (la terra dei Campionissimi),
quindi l'omaggio a Coppi con la partenza da Castellania e quello a
Pantani con il traguardo di Oropa. E a chiudere la seconda settimana
ecco la Valdengo-Bergamo che riproporrà gli ultimi 60 chilometri -
davvero duri - del Lombardia corso il 1° ottobre.
MAI COSI' DURO. La terza settimana è disegnata "solo per uomini duri". dopo il giorno di riposo a Bergamo, si riparte da Rovetta, paese di Savoldelli, per affrontare una tappa epica: in sequenza, Mortirolo, Stelvio da Bormio, discesa su Trafoi e Prato allo Stelvio, quindi ancora Stelvio, stavolta dal versante svizzero (14 chilometri per 1200 metri di dislivello da superare) e per finire picchiata verso Bormio ripercorrendo in senso contrario la strada affrontata poche ore prima. Q La Tirano - Canazei del 24 maggio sarà terreno fertile per fughe da
lontano con Aprica, Tonale e Giovo prima del traguardo. Ecco il tappone
Dolomitico da Moena ad Ortisei con 4 passi (Pordoi, Valparola, Gardena e
Pinei) che delineerà meglio la classifica generale.
La San Candido - Piancavallo del 26 maggio proporrà il quarto arrivo in
salita della corsa e prevede il Monte Croce Comelico e il Passo di Selva
Chianzutan prima dell’arrivo in quota. La Pordenone - Altopiano di
Asiago sarà una tappa nella prima parte pianeggiante ma con un finale
tutto in salita. Il Monte Grappa (che verrà scalato dal versante nord
dopo tantissimi anni) porterà all’arrivo di Asiago attraverso un
versante inedito degli accessi all’Altopiano, cioè salendo dalla
Valstagna.
La cronometro finale di 28 chilometri, con partenza dall’Autodromo
Nazionale di Monza e arrivo posto davanti al Duomo di Milano, potrebbe
rimescolare le carte ma certamente incoronerà il vincitore di questa
storica edizione.
LE TAPPE
venerdì 5 maggio Tappa 1: Alghero – Olbia 203 km sabato 6 maggio Tappa 2: Olbia – Tortolì 208 km domenica 7 maggio Tappa 3: Tortolì – Cagliari 148 km lunedì 8 maggio riposio e trasferimento martedì 9 maggio Tappa 4: Cefalù – Etna 180 km mercoledì 10 maggio Tappa 5: Pedara – Messina 157 km giovedì 11 maggio Tappa 6: Reggio Calabria – Terme Luigiane 207 km venerdì 12 maggio Tappa 7: Castrovillari – Alberobello 220 km sabato 13 maggio Tappa 8: Molfetta – Peschici 189 km domenica 14 maggio Tappa 9: Montenero di Bisaccia – Blockhaus 139 km lunedì 15 maggio riposo martedì 16 maggio Tappa 10: Foligno – Montefalco 39 km TT mercoledì 17 maggio Tappa 11: Firenze – Bagno di Romagna 161 km giovedì 18 maggio Tappa 12: Forlì – Reggio Emilia 237 km venerdì 19 maggio Tappa 13: Reggio Emilia – Tortona 162 km sabato 20 maggio Tappa 14: Castellania – Oropa 131 km domenica 21 maggio Tappa 15: Valdengo – Bergamo 199 km lunedì 22 maggio riposo martedì 23 maggio Tappa 16: Rovetta – Bormio 227 km (cima Coppi sullo Stelvio) mercoledì 24 maggio Tappa 17: Tirano – Canazei 219 km giovedì 25 maggio Tappa 18: Moena – Ortisei/St. Urlich 137 km venerdì 26 maggio Tappa 19: San Candido/Innichen – Piancavallo 191 km sabato 27 maggio Tappa 20: Pordenone – Asiago 190 km domenica 28 maggio Tappa 21: Monza – Milano 28 km TT
I km a cronometro sono troppo pochi,in un grande Giro di 3 settimane la giusta dose dovrebbe variare tra gli 80 e i 100 km.Ottima,però,l'idea di chiudere la corsa con una crono,come dovrebbe accadere sempre,anzichè con la solita,insulsa tappetta "apoteosi" per velocisti.Il percorso,ad analizzarlo bene,non è così duro;l'unica tappa dove si potrà vedere selezione da lontano è quella di Bormio.Il Giro 2011 era infinitamente + duro.
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